Iraq, Isis uccide sei presunte spie: una è stata decapitata con l'esplosivo...
di Federica Macagnone
L'orrore targato Isis questa volta arriva da Falluja, in Iraq, una delle città più importanti ancora nelle mani dello Stato islamico: le immagini pubblicate on line dai jihadisti mostrano l'esecuzione di sei presunte spie, accusate di aver fornito informazioni al governo iracheno.
Il primo a essere ucciso è stato Mohamed Mahmoud Dayih, un uomo che lavorava in un ospedale, accusato dai jihadisti di essersi servito della sua posizione per rivelare importanti dettagli sull'Isis: la vittima avrebbe passato informazioni al ministero degli Interni iracheno sul personale medico che lavora per lo Stato islamico. Inoltre avrebbe scattato fotografie e preso le generalità di diverse vittime e feriti del Califfato. Una volta lette le accuse, l'uomo viene fatto inginocchiare mentre alcuni jihadisti gli legano un filo blu al collo legato a dell'esplosivo: le ultime immagini mostrano il corpo straziato dell'uomo dopo la deflagrazione.
La seconda esecuzione mostrata è quella di due poliziotti, arrestati dall'Isis perché avrebbero tentato di fuggire per trasmettere informazioni ai combattenti dell'esercito iracheno: vestiti in tute arancioni, vengono uccisi con un colpo di pistola alla testa. Altri due uomini, accusati di apostasia, subiscono la medesima sorte davanti alle telecamere.
La sesta vittima è Sam Faisal Sowaidan, definito dai jihadisti un poliziotto di Fallujah che “spiava” il Califfato per riferire informazioni al ministero dell'Interno iracheno: i jhadisti lo accusano di aver consegnato nomi e luoghi di residenza di noti mujaheddin. Per lui la punizione è la decapitazione.
La rivolta. Il mese scorso i combattimenti tra le tribù irachene e i miliziani dell'Isis a Falluja, si erano interrotti dopo che l'organizzazione jihadista aveva rapito decine di persone nella città. Dopo due giorni di scontri, gli uomini delle tribù si erano ritirati temendo per la sorte dei prigionieri. «I combattimenti sono stati fermati a causa dello squilibrio di potere e della paura che possano essere giustiziati i prigionieri» aveva detto Issa Sayir, chiamato dal governatore della provincia di al-Anbar ad amministrare la città.
La propaganda. Falluja, a 45 chilometri ad ovest di Baghdad, è quasi completamente tagliata fuori dal resto del Califfato. Circa tre settimane fa, il governo iracheno ha riferito che 600 jihadisti erano fuggiti e che i terroristi rimasti in città si aggiravano intorno ai 400. Il nuovo video, dunque, sembra essere un tentativo disperato di dimostrare che l'Isis detiene ancora un certo potere in città.
E se si perdono soldati, la macchina della propaganda continua a tenere sotto scacco la popolazione con ricatti, intimidazioni ed esecuzioni pubbliche.
L'avanzata delle forze irachene. Intanto le forze irachene si stanno spingendo nella Valle dell'Eufrate: pochi giorni fa molti combattenti dello Stato islamico si sono ritirati da gran parte della città di Hit, un importante centro nell'Iraq occidentale, verso il quale le forze di sicurezza si stanno muovendo. «La maggioranza degli uomini dell'Isis di Hit, Rutba e Kubaysa - ha spiegato Yahya Rasool portavoce della sicurezza irachena - è scappata nel deserto o in altre regioni»...
(Il Messaggero.it)
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