CENTINAIA I FOREIGN FIGHTERS TORNATI IN EUROPA...






Nel giorno della  cattura in Belgio di Salah Abdeslam, uno dei protagonisti della strage di Parigi del 13 novembre scorso emergono notizie circa “centinaia di Foreign Fighter” dello Stato Islamico (Isis), per lo più europei, hanno lasciato la Siria e sono tornati nei loro Paesi d’origine”.
E’ quanto rivela oggi il sito dell’opposizione siriana “Zaman Wasl”, che nei giorni scorsi ha pubblicato un database del califfato contenente 22mila documenti. Il primo blocco di documenti, portati fuori dalla Siria  da un miliziano pentito e pubblicati dal sito, contenevano questionari di oltre 1700 reclute entrate in Siria dalla Turchia. Zaman al Wasl pubblica oggi il contenuto di altri documenti con l’intestazione “Scheda Permesso” e spiega che si tratta di una sorta di “visto d’uscita” per i combattenti.
Le nuove schede contengono  10 caselle che indicano nome vero e nome di battaglia, Paese d’origine, nome dell’emiro (del combattente) data d’ingresso e di uscita ed il pegno che viene lasciato dal richiedente il permesso come “garanzia di rientro”.
Il sito afferma che nella casella “Paese d’origine”, ci sono combattenti di varie nazionalità che hanno lasciato la Siria tornando, molto probabilmente, nei loro Paesi d’origine per “diversi motivi”.
Il sito elenca i Paesi d’origine di centinaia di  combattenti, “in gran parte di nazionalità europee”, come: Francia, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Finlandia, Olanda”, oltre a Canada, Georgia, Kirghizistan, Macedonia e Azerbaigian.
Tra i Paesi arabi svettano Libia, Arabia saudita e Sudan. Zaman al Wasl assicura di avere  controllato i dati dei questionari delle reclute e quelle dei permessi d’espatrio trovandoli “perfettamente identici per ogni combattente”.
Nelle schede c’è anche una casella che indica i motivi per il quale si chiede il permesso d’uscita. “Molti spiegano di voler portare la famiglia”, scrive il sito ma ci sono altre schede con la casella sia della motivazione che del “pegno” lasciate vuote.
Zaman al Wasl attribuisce la mancanza dei dati alla possibilità che “il jihadista goda della fiducia del suo emiro” che sarebbe certo del suo rientro.
Nelle schede di combattenti stranieri che avrebbero lasciato il Califfato ci sarebbero anche jihadisti con il grado di “emiro” ma il sito promette di pubblicare i loro dati prossimamente.
(con fonte askanews)
(AnalisiDifesa)

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