Le bufale xenofobe che ‘tirano’ sul web...






Tunisini che stuprano donne italiane; nigeriani che rubano; ‘detenuti’ dei CIE che fanno scoppiare rivolte. Era questo il tenore delle notizie che circolavano su uno dei più noti siti di bufale italiano, Senzacensura.eu, fondato e curato da un giovane siciliano di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, di neanche 20 anni Gianluca Lipani.
Un vero successo, considerate le ‘Condivisioni’, i followers e i ‘like’ che il suo sito aveva su Facebook e su Twitter. Una macchina del web, che grazie ai social media, è diventato conosciutissimo in tutto lo Stivale, tanto da insinuare in migliaia di persone, la certezza che quelle notizie fossero vere.
La Polizia postale siciliana ha da poco rintracciato Gianluca, il quale è stato denunciato per ‘istigazione al razzismo’. Il suo sito adesso è chiuso, ma chi pagherà per i centinaia di casi inventati da Lipani, tutti rigorosamente sulla pelle dei migranti?
La strategia del giovane, intervistato da l’Espresso, era facilissima. Bastava trovare lo spunto dalle notizie di cronaca oppure inventare storie impossibili di sana pianta, che però avessero come protagonista un migrante. Come lo stesso ragazzo rivela nell’intervista, il populismo becero del giornalismo italiano spesso funziona e l’esperimento di Gianluca lo dimostra.
Se non fosse che Lipani è parte attiva di questa macchina orribile, che poggia sul bisogno di visibilità e quindi sulla viralità, a costo anche di costruire coscienze e modificare il pensiero di chi legge.
l’Espresso Lipani si racconta così:
Come e perché hai aperto questo sito di “informazione”, Gianluca?
“É nato per dare realmente voce a fatti che sono trascurati dai giornali; ma purtroppo queste cose non sono seguite, ricevono pochissime visualizzazioni, nessuno le condivideva sui social e allora mi son chiesto: “Quali fatti potrebbero coinvolgere più gente?”. Osservando dal tg le gesta di un noto uomo politico, con i suoi famosi discorsi populistici contro i migranti, ho notato subito la notevole attenzione che catturavano le sue parole d’ordine. E allora mi è venuto in mente di creare un sito con discorsi e una retorica simile: se può farlo un Onorevole, perché non può farlo un ragazzo disoccupato?”.
Parliamo della natura dei tuoi “articoli”.  
“Le mie notizie erano chiaramente inventate: solo chi non ha facoltà di discernimento poteva crederci. Dico questo senza voler offendere in nessun modo il mio pubblico, grazie a cui le notizie diventavano estremamente virali, e alla velocità della luce. Una volta resomi conto di quanto tirasse il tema “immigrazione”, ho proseguito su questo solco continuando a pubblicare notizie false e infondate. Fingendo che fossero vere, altrimenti chi le avrebbe più lette? Tu mi dirai: hai violato la legge. E perché, allora, i nostri politici continuano a dire e promettere cose non vere e assurde, senza pagare mai per le loro frottole?”.
Che cos’è, per te, la verità?
“La verità, quella vera, non esiste, o meglio esisteranno sempre delle verità nascoste dietro a un racconto e soprattutto dietro a una notizia: perché le baggianate proliferano anche nel giornalismo vero, proprio per spingere il lettore a leggere gli articoli”.

(Il Journal)

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