Yemen, nel conflitto usate anche armi italiane...






di Riccardo Noury

L’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di difesa e sicurezza (Opal) di Brescia, Amnesty International Italia e la Rete italiana per il disarmo (Rid) hanno chiesto al presidente del Consiglio Matteo Renzi di fermare l’invio di bombe e sistemi militari italiani ai paesi della coalizione guidata dall’Arabia Saudita che, per contrastare l’avanzata delle milizie sciite houthi, sta bombardando lo Yemen da oltre cinque mesi.
Secondo dati delle Nazioni Unite il conflitto in corso nello Yemen ha finora causatopiù di 4000 morti e 20.000 feriti – di cui circa la metà tra la popolazione civile – e ha provocato una catastrofe umanitaria con oltre un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di aiuti urgenti. In tutto il paese c’è penuria di cibo, acqua potabile e medicinali.
Tra gli ordigni utilizzati in questo conflitto ci sono anche delle partite prodotte in Italia.
“Nonostante l’aggravarsi del conflitto non ci risulta che il governo italiano abbia sospeso l’invio di sistemi militari alla colazione saudita, anzi in questi mesi dal nostro paese sono continuate ad essere inviate bombe e forniture militari per le forze armate dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti” – ha affermato Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio di Brescia, che ha condotto una specifica ricerca sulle recenti spedizioni dall’Italia di bombe prodotte dalla RWM Italia alla coalizione saudita.
“Ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia, come le bombe MK84 e Blu109, sono stati ritrovati in diverse città bombardate dalla coalizione saudita ed è quindi altamente probabile che la coalizione stia impiegando anche ordigni inviati dal nostro paese” - ha sottolineato Beretta.
L’ipotesi concreta che ordigni forniti dall’Italia all’Arabia Saudita vengano utilizzati in attacchi aerei della coalizione guidata dalle forze armate di Riad e che causino perdite civili dovrebbe essere motivo di profonda preoccupazione e reazione da parte delle istituzioni italiane.
“Quello dello Yemen è un conflitto che si svolge nel completo disprezzo del diritto internazionale umanitario. Abbiamo denunciato a più riprese come gli attacchi da terra degli Houti e delle milizie loro alleate e, soprattutto, gli attacchi aerei della coalizione a guida saudita, spesso indiscriminati e diretti contro centri abitati e obiettivi privi d’interesse militare, costituiscano crimini di guerra su cui è necessario che le Nazioni Unite istituiscano al più presto una commissione internazionale d’inchiesta” – ha sottolineato Amnesty International Italia.
A queste preoccupazioni si aggiunge la presa di posizione della Rid che vuole far riecheggiare anche la voce dei pochi rimasti a operare sul campo, come Medici senza frontiere, che ha recentemente dichiarato:
“Se continueranno i bombardamenti e gli attacchi aerei, sempre più persone moriranno. Chiediamo alle parti in conflitto di smettere di attaccare obiettivi civili, in particolare gli ospedali, le ambulanze e i quartieri densamente popolati, e di consentire al personale medico e alle organizzazioni umanitarie di fornire assistenza alle persone. L’Italia e tutti gli stati che sostengono la coalizione devono fare pressione sulle parti in guerra perché risparmino le vite dei civili”.
Il governo italiano dovrebbe occuparsi in prima persona di compiere e far compiere passi distensione e di blocco dei bombardamenti, soprattutto considerando il coinvolgimento di armamenti prodotti nel nostro paese.
“Armi che non avrebbero mai dovuto raggiungere quel teatro di conflitto – afferma Francesco Vignarca coordinatore della Rete italiana per il disarmo – in quanto la nostra legge sull’export di materiale militare (185/90) vieta espressamente forniture verso paesi in guerra”.
Da qui la necessità di un blocco immediato ed esplicito di qualsiasi ulteriore consegna e di un’indagine chiarificatrice dei passaggi ed autorizzazioni che hanno permesso l’arrivo in Arabia Saudita di bombe a partire dai nostri porti.
Osservatorio di Brescia, Amnesty International Italia e Rete italiana per il disarmo auspicano una rapida presa di posizione in tal senso del nostro governo e invitano il parlamento a sostenere tale richiesta con tutti i mezzi necessari...
(AgoraVox)

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