Meno Stati con la pena di morte Ma dov’è legge il boia lavora di più...






I dati sono stati raccolti dall'Ong


Impiccagione, fucilazione, decapitazione e lapidazione. La pena di morte continua mietere vittime nel mondo. E anche se i Paesi che l’hanno abolita, legalmente o di fatto, sono sempre di più, le persone che perdono la vita ammazzate "per legge" sono in costante aumento. Dove il boia agisce, infatti, lo fa più alacremente. È quanto rivela il Rapporto annuale "La pena di morte nel mondo" presentato ieri da "Nessuno tocchi Caino", l’Ong italiana affiliata al Partito Radicale Transnazionale che da sempre si batte per la moratoria universale delle "uccisioni di Stato".



ESECUZIONI IN AUMENTO
Il dossier parla chiaro: le esecuzioni capitali compiute nel 2014 sono state 3.576, mentre quelle avvenute nei primi sei mesi del 2015 almeno 2.229, a fronte delle 3.576 registrate nell’intero 2014 e le 3.511 fatte eseguire nel 2013. «Se si dovesse confermare il trend dei primi sei mesi del 2015 – sottolinea il rapporto - alla fine dell’anno registreremmo un numero record di esecuzioni» dovuto «in particolare all’escalation registrata in Arabia Saudita, Egitto e Iran» e «alla ripresa delle esecuzioni in Giordania, Pakistan e Indonesia». L’aumento dell’applicazione della pena capitale avviene soprattutto in nome della guerra alla droga e al terrorismo (ma si ammazza anche per reati non violenti o per motivi politici).



IN CRESCITA
Nel 2014 e nei primi sei mesi del 2015, progressi politici o legislativi verso l’abolizione o la moratoria di fatto, si sono verificati in 41 Paesi. Burkina Faso, Ciad, Comore, Ghana, Liberia, Niger e Sierra Leone, ad esempio, hanno annunciato leggi per eliminare la pena capitale. Stati come Etiopia, Gambia, Guinea, Laos, Marocco, Qatar, Repubblica Democratica del Congo, Sri Lanka, Thailandia, Tunisia, Uganda, Zambia e Zimbabwe continuano sulla strada della moratoria di fatto. Nello stesso arco di tempo Costa d’Avorio, Figi, Madagascar e Suriname hanno eliminato la pena di morte, mentre Gabon ed El Salvador hanno aderito a un protocollo che ne prevede l’abolizione. In Libano il boia non lavora da più di 10 anni e la Guinea Equatoriale ha stabilito una moratoria legale. Il rapporto di Nessuno tocchi Caino spiega che i Paesi o territori che hanno deciso di eliminare le esecuzioni sono 161.



CHI SMETTE E CHI INIZIA
Gli Stati che mantengono la pena capitale sono scesi, al 30 giugno 2015, a 37, a fronte dei 39 del 2013. Fra quelli che prima si servivano del boia e ora non più, ci sono Botswana, India, Kuwait, Nigeria e Sudan del Sud, che nel 2014 e 2015 non hanno usato la ghigliottina come avevano fatto nel 2013. Al contrario, Bielorussia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Guinea Equatoriale, Pakistan e Singapore, che nel 2013 non avevano fatto registrare nessuna esecuzione, dal 2014 sono entrati a far parte dei Paesi con pena di morte.
 


PRIMATO ALLA CINA
Il 97 per cento delle esecuzioni capitali eseguite nel 2014 e il 98 per cento di quelle registrare nei primi sei mesi di quest’anno, sono avvenute in Asia. Lo Stato che nel 2014 ha ammazzato di più è la Cina, con 2.400 esecuzioni, il 67 per cento del totale. Stesso dato del 2013, ma 600 esecuzioni in meno del 2012 e un calo dell’80 per cento rispetto alle 12mila del 2002. Dietro la Cina c’è l’Iran con 800 esecuzioni nel 2014 (687 nel 2013), quindi l’Arabia Saudita con 88. Anche nel 2015 il record spetta alla Cina di Xi Jinping, con 1.200 esecuzioni, seguita sempre dall’Iran con 657 (solo quelle ufficiali o confermate da fonti indipendenti) e poi dal Pakistan, con 174.



RECORD IRANIANO
L’Iran è il Paese con il più alto numero di esecuzioni in rapporto al numero di abitanti. Nei due anni di presidenza del "moderato" Hassan Rouhani, in quella che fu la Persia sono stati giustiziati quasi 2mila prigionieri. Nel 2014 ad attivare il boia sono stati 22 Paesi. E se rispetto al 2013, anno in cui le esecuzioni sono state di meno, il numero delle "morti di Stato" è aumentato, è perché l’Iran (insieme all’Arabia Saudita) si è messa ad ammazzare più che nel recente passato. Muore tramite pena capitale anche chi, al momento del reato, non aveva compiuto la minore età. Ed anche in questo caso il primato spetta all’Iran, che nel 2014 ne ha messi a morte 17.



SENZA MORATORIA
Nel 2014 nella patria dei Saud sono stati giustiziati almeno 88 condannati a morte, mentre nei soli primi sei mesi del 2015, la pena capitale si è portata via la vita di 102 prigionieri. Nel 2013 i governanti sauditi avevano fatto fuori, "per legge", 78 persone. La crescita esponenziale di condanne a morte ha avuto inizio dopo la morte di Re Abdullah, con l’accelerazione impressa dal successore Re Salman. In Pakistan, dopo un attentato che ha fatto 150 morti, nel dicembre del 2014 è stata revocata la moratoria verso i terroristi. Il 3 marzo 2015, Islamabad ha poi cancellato la sospensione della pena capitale per tutti i prigionieri condannati. Dal 17 dicembre scorso al 30 giugno 2014, in quel Paese sono state impiccate 181 persone.



ESECUZIONE MUSULMANA
Dei 47 Paesi e territori a maggioranza musulmana, 25 hanno abolito la pena capitale e 22 la mantengono, e di questi ben 18 prevedono la Sharia (legge islamica). Nel 2014, ben 1.066 esecuzioni sono state eseguite in 13 Paesi a maggioranza musulmana, contro le 1.027 del 2013. Nei primi sei mesi del 2015, in 11 Paesi a maggioranza musulmana sono state impiccate, fucilate e decapitate "legalmente" almeno 988 persone.



MORTE AMERICANA
Negli Stati Uniti d’America, il 2014 ha fatto registrare 35 esecuzioni capitali, mentre nei primi sei mesi del 2015 è toccato a 17 inquilini del braccio della morte morire per legge. Il rapporto di Nessuno tocchi Caino sottolinea che «negli Usa, il Nebraska è diventato il 19esimo Stato della federazione ad abolire la pena di morte e il settimo a farlo negli ultimi otto anni» mentre «in altri quattro Stati (Washington, Colorado, Pennsylvania e Oregon) i governatori hanno sospeso le esecuzioni». In Europa ad applicare la pena capitale è solo la Bielorussia, con tre esecuzioni nel 2014 (zero nel 2015). Le democrazie liberali che ammazzano per legge, oltre agli Usa, sono Giappone (3 esecuzioni nel 2014) e Taiwan (5).



PAPA ABOLIZIONISTA
Nessuno tocchi Caino ha assegnato il riconoscimento «abolizionista dell’anno 2015» a Papa Francesco, che nell’ottobre del 2014, di fronte ai delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale, ha definito l’ergastolo «una pena di morte nascosta» e ne ha chiesto l’abolizione insieme alla pena capitale.
Luca Rocca
(Il Tempo.it)

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