Immigrati, ma è vera invasione? Confronto con Grecia e Germania...






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Se proprio non potete fare a meno degli assurdi richiami all'invasione, allora distogliete lo sguardo dall'Italia. Ad imporlo non è uno strisciante sentimento buonista, ma la realtà dei fatti.
Prima di arrivare al nocciolo della questione, è necessario però inquadrare nei giusti termini la portata dei flussi migratori dall'inizio dell'anno ad oggi. Secondo i dati diffusi dall'agenzia Frontex, da gennaio a luglio del 2015 alle porte d'Europa hanno bussato 340 mila migranti. Nello stesso periodo del 2014, gli arrivi in tutta l'Unione si erano attestati a 123 mila e 500.
Ma nonostante il bombardamento mediatico cui è ormai assueffata l'opinione pubblica del Belpaese,non è lo Stivale a doversi sobbarcare tutto il peso di quest'innegabile impennata.
Come preliminare conferma, basti pensare che sino a questo momento le rotte migratorie più affollate non sono quelle che dalla Libia portano al Canale di Sicilia e quindi in Italia. Al contrario, a registrare un afflusso senza precedenti sono le vie che portano alle coste della Grecia e le strade dei Balcani.
Nel primo caso, perché siano chiare le dimensioni cui viene fatto riferimento, da gennaio a giugno del 2015 sono stati 79 mila e 286 i migranti che hanno affrontato un viaggio verso l'Europa nella porzione Est del Mare Nostrum o nelle acque dell'Egeo. Nello stesso lasso di tempo, seppur con un aumento rispeto al 2014, le persone che hanno sfidato le acque delle rotte Africa-Italia sono state 67 mila e 261.
Immaginando che tale preambolo non sia sufficiente a sdoganare la millantata invasione – e ovviamente in alcuni casi sarà impossibile anche di fronte all'evidenza più pura -, proseguiamo a suon di numeri.
Dall'inizio dell'anno ad oggi (i dati si riferiscono al mese scorso), solo in Italia sono sbarcati 90 mila migranti. Di questi, la maggior parte è arrivata sulle coste dello Stivale proprio a luglio, quando sono stati registrati 20 mila arrivi.
Si tratta certamente di numeri che possono impressionare, presi singolarmente. Ma perché non diventino l'arma preferita di chi con precisione millimetrica batte giorno dopo giorno la lingua sul tamburo della propaganda, non possono essere spogliati dal loro quadro d'insieme. I 90 mila odierni, ad esempio, impallidiscono di fronte ai 124 mila e 380 registrati dall'UNHCR nello stesso periodo del 2014. Un anno, per estrema precisione, che ha portato in Italia 170 mila e 100 migranti.
Anche quest'aspetto, a suo modo, erode quindi l'allarmismo che negli ultimi mesi si è diffuso alla stessa velocità di una febbre contagiosa. Ma perché sia definitiva la dipartita di tale concetto, è necessario fare un ulteriore passo avanti, uscendo dai confini del Belpaese.
In Grecia, ad esempio, da gennaio a luglio del 2015 sono sbarcati 130 mila migranti, secondo Frontex. Un dato che cresce sensibilmente, arrivando fino a 160 mila, se si prendono in considerazione le stime dell'UNHCR. E se quest'ultime dovessero rivelarsi corrette, Atene avrebbe conosciuto in soli 7 mesi un numero di sbarchi di poco inferiore al totale italiano nel corso del 2014.
Se non fosse abbastanza, torniamo per un momento al mese "record" di luglio. Sulle coste del Belpaese, come già detto, gli arrivi sono stati 20 mila. Nello stesso periodo, in tutto il Mar Egeo, gli sbarchi sono stati più del doppio, attestandosi a 50 mila.
Infine, non può essere non citato l'esempio della Germania. Secondo le ultime dichiarazioni del governo (leggasi Tho­mas De Mai­ziere, ministro dell'Interno in quota CDU), entro la fine dell'anno Berlino stima di ricevere 800 mila richieste di asilo. Un'enormità per il momento solo sulla carta, mentre ad oggi le domande effettive si fermano a 218 mila, 18 mila in più rispetto a quelle arrivate in tutto il 2014.
Ma anche se si dovesse trattare di una sparata al rialzo del ministro (non è da escludere, considerando il clima teso che si respira a Berlino in materia d'immigrazione), l'esempio tedesco dovrebbe definitivamente annullare ogni più piccola tentazione d'urlare all'invasione. Anche se il Paese non è affacciato su coste martoriate dai flussi, la Germania rappresenta infatti un primato piuttosto costante quando si tratta di accoglienza.
Basti pensare che nel solo 2014, secondo i numeri dell'European Asylum Support Office, le richieste di asilo giunte in Germania sono state 202 mila e 645. Nello stesso periodo, le domande presentate in Italia sono state ben sotto la metà: 64 mila e 425.
Alla luce di tutto ciò, una considerazione sorge piuttosto spontanea: tra una babele di bufale e mistificazioni, l'unica invasione che ad oggi colpisce l'Italia è quella mediatica della propaganda...
(International Business Times)

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