Gli assurdi silenzi sulle torture a Saadi Gheddafi...







 
Giornalista pubblicista e blogger

Cesare Beccaria nella sua celebre opera"Dei delitti e delle pene" condannava in modo netto e chiaro la tortura. Nel vocabolario della lingua italiana questa inquietante parola indica certamente una delle pratiche più crudeli e riluttanti che possa essere commessa contro qualsiasi essere umano. Ma nonostante la sua condanna venga quasi sempre strombazzata da molteplici associazioni per i diritti umani, Ong di vario genere e governi di molte nazioni , la tortura resta praticata ancora oggi in maniera indegna in tante parti del mondo. Secondo un rapporto di Amnesty International tra il 2009 ed il 2014 sono stati ben 141 i Paesi dove si sono verificati gravissimi atti di torture fisiche.
Pur essendo entrata in vigore il 27 Giugno 1978 la " Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti " ratificata da 54 Stati, non esiste una concreta giurisprudenza internazionale che la contrasti e la renda pienamente perseguibile, con molti Paesi che hanno ancora oggi leggi carenti e poco chiare in materia. In Italia, ad esempio, pur dopo tante discussioni su questa spinosa questione. non esiste ancora oggi il reato di tortura. Una pratica orribile di cui oggi possiamo più facilmente conoscerne la tragica realtà grazie alla diffusione di internet e dei social network, dove veicolare immagini e video di persone tormentate e seviziate è di lapalissiana semplicità.
A riguardo stanno facendo molto discutere delle recenti immagini che ritraggono Saadi Gheddafi, terzogenito dell defunto Rais libico Muammar Gheddafi bendato ed oggetto di torture e sevizie da parte dei miliziani di " Alba Libica" , fazione islamista che controlla ora tutta Tripoli e quasi la metà dell' intero territorio nazionale. I figli di Gheddafi sono stati in tutto 8 e Saadi è stato spesso etichettato come il "calciatore", in quanto aveva in passato coltivato la sua sfrenata passione per il gioco del calcio facendo anche delle apparizioni nel campionato italiano con le maglie del Perugia e dell'Udinese oltre ad essersi spesso allenato insieme ai calciatori della Juventus. Dopo l'ultimo atto del potere assoluto di suo padre Muammar, Saadi nel 2011 era fuggito in Niger per essere poi estradato in Libia nel 2014.
Come tutti gli altri figli del vecchio "Colonnello" è stato accusato di crimini contro il popolo libico e di aver ordinato pesanti repressioni durante la guerra civile senza badare a quante morti le sue direttive potessero provocare. Sicuramente la repressione ordinata da Muammar Gheddafi in quel sanguinoso periodo non è stata fatta con le rose e con i fiori, e in quell'agghiacciante scenario un ruolo determinante è stato giocato innegabilmente dai suoi figli, da sempre ben inseriti nei gangli vitali del potere libico come l'esercito ed i servizi di sicurezza. Lo stupore viene però dal fatto che a livello internazionale nessuno abbia pronunciato alcuna parola di condanna per le immagini di Saadi bendato e torturato.
Quasi certamente nella sua esistenza non sarà stato l' angioletto custode della Libia. Come indubbiamente il regime di Gheddafi e dei suoi figli è stato duro, spietato e colmo di crimini contro tutti i libici. Ma, ed è bene ricordarlo, è stato anche lo stesso regime con cui tutto l'Occidente, Italia in testa, ha fatto affari dorati per anni ed anni. Inizialmente la Libia di Gheddafi era stata considerata il tempio assoluto del terrorismo internazionale, perseguita come una fucina di criminali da dove partivano appoggi e finanziamenti su vasta scala a tanti gruppi di natura eversiva in tutto il globo .
Nel tempo però tutto è cambiato in quanto il Rais aveva compreso bene quanta fortuna e quanti affari avrebbe potuto fare grazie all'esportazione di petrolio. Gheddafi aveva cosi cambiato drasticamente la rotta della sua politica, allineandosi agli interessi ed ai voleri delle grandi potenze occidentali. Soprattutto per l'Italia la Libia è sempre stata un' autentica " vacca da mungere" dal punto di vista energetico, ed ha di conseguenza mantenuto con essa sempre ottimi rapporti diplomatici.
Per questo forse sarebbe il caso di non far finta di nulla su quello che sta accadendo a Saadi. Anche se Gheddafi ed i suoi figli si sono macchiati di orrendi crimini non possiamo e non dobbiamo fare in modo che prevalga la legge del taglione , dove i vincitori brindano con il sangue e le sciagure dei vinti. Condannare la tortura deve essere prima di tutto un atto di civiltà e responsabilità della politica internazionale a cui non ci si deve sottrarre. Altrimenti tutto l'Occidente farebbe bene a non sbandierare più il valore dei diritti umani dei quali si ritiene l'unico vero rappresentante...
(L'Huffington Post)

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