Dal crowdfunding migliaia di dollari ad Abdul, il rifugiato che vende penne per strada...
Un attivista islandese ha creato una campagna fondi su Indiegogo per l'uomo, scappato dal campo profughi siriano di Yarmuk sino a Beirut. In poche ore sono arrivate donazioni per 45 mila dollari
di GIOVANNI CEDRONEUNA foto postata su Twitter potrebbe aver cambiato il destinato di un rifugiato. La storia, che sta conquistando il web, è quella di Abdul, un rifugiato palestinese, proveniente dal campo profughi di Yarmuk, a Damasco, sconvolto dalla guerra civile siriana e dalle violenze dello Stato islamico.
Tutto nasce dal gesto di un attivista islandese, Gissur Simonarson, che, come riporta l'Indipendent, ha postato su Twitter la foto di uomo intento a vendere otto penne biro con sua figlia sulle spalle per le strade della capitale libanese Beirut. Un'immagine struggente che ha commosso il web e che ha spinto lo stesso Simonarson a fare qualcosa per l'uomo.
Dopo aver ricevuto centinaia di richieste e sollecitazioni, Simonarson si è deciso a cercare l'uomo. Ha creato così un account Twitter chiamato #BuyPens e, dopo 30 minuti, è stato contattato da una persona che vedeva sempre l'uomo intorno a casa sua.
Ventiquattro ore dopo, l'uomo e la figlia sono stati identificati in Abdul, un padre con due bambini, e sua figlia Reem di quattro anni. A questo punto Simonarson ha deciso di sfruttare le potenzialità del web e dei social e di avviare per l'uomo, ignaro beneficiario del gesto, una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo. La campagna si è rivelata subito un successo: in meno di mezzora erano stati già raccolti 5mila dollari, cifra poi lievitata fino a 15260 dollari in sole tre ore. Al momento in cui scriviamo ben 1498 persone hanno donato oltre 45500 dollari in 17 ore. Nella pagina dedicata ad Abdul si legge: "Grazie a tutti per il supporto. E' bello vedere persone unirsi e fare la differenza nella vita di un'altra persona". Simonarson ha affermato di essersi messo in contatto con l'Unicef per poter garantire ad Abdul il trasferimento in un luogo più sicuro e l'assistenza necessaria.
Il caso di Abdul è destinato a non rimanere isolato: le potenzialità dei social, anche a livello di raccolta fondi, sono notevoli. Ha riscosso successo, ad esempio, la storia di alcuni migranti sbarcati a Lampedusa che hanno realizzato, grazie al crowdfunding, la startup Cucula, un'azienda di design. Anche organizzazioni come Advancing Human Rights oSafer VPN stanno creando piattaforme per creare meccanismi di raccolta fondi o di mobilitazione ideale da adattare a situazioni politiche difficili...(R.it)
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