Oxfam, dopo il terremoto elevato rischio abusi sulle donne in Nepal...
L’associazione umanitaria lancia l’allarme per la sicurezza delle tantissime donne costrette a vivere in rifugi temporanei.
Crescono i timori per la sicurezza delle donne in Nepal, tre mesi dopo il devastante terremoto che lo scorso 25 aprile ha sconvolto il Paese, provocando oltre 8.890 morti, più di 22.000 feriti e 2,8 milioni tra sfollati e persone che necessitano di assistenza umanitaria. Secondo un’indagine condotta da Oxfam nel distretto di Dhading, nella parte centrale del Paese, sono sempre di più le donne e le adolescenti che hanno paura di subire abusi fisici e sessuali per la mancanza di privacy e sicurezza. Moltissime sono infatti costrette a vivere in rifugi temporanei sovraffollati, dove spesso gli sfollati sono costretti in una condizione di promiscuità. Le toilette comuni e le aree prive di luce elettrica sono considerate i posti più insicuri. Inoltre, nei distretti più colpiti, molte famiglie sono ancora costrette a vivere all’aperto sotto teloni o in strutture fatte di lamiera, si calcola infatti che il terremoto di tre mesi fa abbia provocato la distruzione di 507 mila case e il danneggiamento di altre 282 mila. A questo quadro, si aggiungono inoltre le difficoltà di accesso a servizi sanitari e acqua potabile che stanno incrementando i rischi per la salute, soprattutto per le donne incinte.
Una situazione che si fa sempre più preoccupante quindi, soprattutto per le donne rimaste sole, spesso vedove o divorziate che, non avendo più alcun legame all’interno delle proprie comunità, non riescono da sole a ricostruirsi dei rifugi permanenti e soprattutto indipendenti. Inoltre per loro è estremamente difficile avere accesso a prestiti e indennità senza la garanzia di un uomo. La UN Women, l’organismo dell’ONU per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne, stima che ci siano 318.000 famiglie guidate da donne sole nei 13 distretti maggiormente colpiti del Nepal. Famiglie come quella di Sunita Tamang (pseudonimo), che ha perso suo marito due anni fa e ha visto la sua casa sgretolarsi durante il terremoto: “Non ho più nessuno e non ho soldi: chi mi aiuterà a costruire una nuova casa?” raccontava all’indomani del terremoto. Adesso però grazie al lavoro di Oxfam e dei suoi partner locali, Sunita vive in un rifugio insieme ai suoi due figli.
Dal sisma del 25 aprile, Oxfam ha prestato soccorso a oltre 360.000 persone rimaste vittime del terremoto. Ha distribuito 45.000 kit igienici, ha predisposto 32.000 rifugi di emergenza, ha fornito aiuti alimentari a 27.000 famiglie e acqua potabile a 30.000 persone. Ha inoltre installato 4.500 latrine e ha sostenuto la ripresa del paese distribuendo sementi di riso a più di 20.000 contadini...
(ANSA)
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