La situazione delle donne in Burkina Faso e le prossime elezioni...
di
Superata la crisi politica con la fine dell’era Compaoré e la convocazione di elezioni generali per l’11 ottobre, il Burkina Faso è chiamato ad affrontare un’ulteriore crisi, quella che relega centinaia di migliaia di donne a un ruolo di cittadine di seconda classe, costrette a matrimoni forzati e precoci e a gravidanze indesiderate e private delle informazioni fondamentali sulla salute sessuale e riproduttiva.
Sebbene l’uguaglianza di genere sia protetta a livello costituzionale e legislativo, le ricerche di Amnesty International mostrano che nella vita quotidiana le mutilazioni dei genitali femminili, la violenza domestica e i matrimoni forzati e precoci sono diffusi in tutto il Burkina Faso.
Donne e ragazze hanno raccontato ad Amnesty International che le decisioni sui figli e sul matrimonio sono spesso prese dai maschi della famiglia. Solo il 17 per cento delle donne usa metodi contraccettivi e oltre 2000 donne muoiono di parto ogni anno.
Questa è la testimonianza di Therese, 23 anni, venditrice di frutta e madre di tre figli:“Dopo la nascita del mio secondo figlio, ho iniziato a prendere la pillola di nascosto, anche perché è più economica degli altri metodi. Mio marito non sa niente di contraccezione, pensa che porti malattie e minaccia di chiudermi in casa se finirò per ammalarmi”.
L’uso di metodi contraccettivi è ostacolato dagli alti costi e dall’assenza di informazioni e di programmi di educazione sessuale.
Ecco il racconto di Mariama, 24 anni, madre di tre figli:“Quando ho fatto sesso per la prima volta e sono rimasta incinta, non avevo la minima idea che potesse accadere. Non sapevo nulla di contraccezione. Dopo la nascita del primo figlio, sono rimasta incinta di nuovo. Non usavo alcun metodo contraccettivo perché non sapevo cosa avrei dovuto fare”.
Il governo che verrà nominato a seguito delle elezioni dell’11 ottobre dovrà poi occuparsi degli allarmanti tassi di matrimoni precoci, modificando la legislazione vivente in modo da garantire che il divieto di matrimoni precoci sia rispettato, anche attraverso sanzioni nei confronti delle famiglie che mandano in spose le loro figlie senza il consenso di queste ultime.
Il Burkina Faso è il sesto paese in Africa per numero di matrimoni forzati, col 52 per cento di matrimoni al di sotto dei 18 anni e quasi la metà delle spose già madri a quell’età.
Malaika è scappata di casa per evitare di essere stata data in sposa dalla famiglia. La polizia l’ha fermata e le ha detto di tornare a casa dai genitori. Questo è quanto ha raccontato ad Amnesty International:
“Avevo 15 anni, i miei volevano farmi sposare un signore di 75 anni, più vecchio persino di mio padre, già marito di tre mogli e padre di mie coetanee. Il giorno che avrei dovuto essere presentata a quel vecchio, ho detto ai miei che non ero d’accordo con la loro decisione e che avrei preferito terminare gli studi. Mi hanno risposto che non avevo altra scelta che accettare”.
Amnesty International ha presentato ai candidati al parlamento e alla presidenza un manifesto per i diritti umani, chiedendo loro di firmarlo e impegnarsi a fare profonde riforme per consentire alle donne e alle ragazze di prendere le decisioni fondamentali riguardanti il loro corpo e i loro diritti sessuali e riproduttivi...
(AgoraVox)
Commenti