Salvare i bambini. La grande sfida passa anche per Expo...
Valerio Neri
Direttore Generale di Save the Children Italia
Sono trascorse poco più di due settimane da quando abbiamo potuto festeggiare la fine dell'epidemia di Ebola in Liberia, ma non possiamo ancora tirare un vero sospiro di sollievo né in quel Paese né in molti altri, dove la salute e i sistemi sanitari sono ancora un allarme rosso, che non può spegnersi appena l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale si attenua. Aldilà delle gradi pandemie, infatti, ci sono ogni anno 6 milioni di bambini che muoiono prima di aver compiuto i cinque anni per malattie curabili e per la metà di loro la malnutrizione è una concausa decisiva.
A Ginevra si stanno svolgendo in questi giorni i lavori dell'Assemblea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Quasi 200 delegazioni da tutto il mondo, riunite a Ginevra, stanno discutendo alcune questioni cruciali nell'ambito della salute globale: le emergenze sanitarie ma anche la salute delle adolescenti, la carenza dei sistemi sanitari, la nutrizione materna e infantile. Perché, oltre alle più note emergenze come l'Ebola, restano i numeri che parlano di tante altre morti silenziose, che potrebbero essere prevenute con l'adozione di politiche e interventi per rafforzare i sistemi sanitari in molti paesi poveri e garantire la copertura dei servizi essenziali.
Dal 2010 ad oggi, anche grazie all'attuazione della Strategia Globale per la salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti lanciata dal Segretario generale delle Nazioni Unite, sono stati fatti grandi passi in avanti: quasi due milioni e mezzo di morti sono state evitate, quelle di 120mila donne, 650 mila neonati e 1,6 milioni di bambini sotto i 5 anni. Risultati importanti anche su altri fronti: dal 2010 al 2015 nei 75 paesi con i più alti tassi di mortalità materno-infantile, 44.7 milioni di bambini sono stati protetti dalla malnutrizione.
Questi numeri ci raccontano dei successi ed è da quelli che bisogna partire, soprattutto in vista della scrittura dei Nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che verranno lanciati durante l'Assemblea delle Nazioni Unite a settembre. Abbiamo di fronte la grande occasione per mettere fine alla mortalità infantile e alla malnutrizione ed è un obiettivo che per il 2030 non possiamo mancare. L'Assemblea dell'OMS è una tappa importante del percorso che culminerà con l'appuntamento di settembre alle Nazioni Unite. In questi giorni a Ginevra si sta mettendo a punto la nuova Strategia Globale che definirà la road map per raggiungere l'importante obiettivo di prevenire tutte le morti evitabili di donne, bambini e adolescenti entro il 2030 e di migliorare la loro salute e benessere.
Sarà quindi fondamentale che questa affronti in modo efficace le grandi sfide che ogni giorno mettono a dura prova la salute e la sopravvivenza di tante mamme e bambini, ponendo ad esempio attenzione ad interventi integrati di salute e nutrizione e alla copertura sanitaria universale. Garantire a tutti l'accesso ai sistemi sanitari, con servizi di qualità, è uno dei primi passi per dare una possibilità di vita anche a chi nasce in un paese povero. Perché la vita o la morte di un uomo, di una donna, ma soprattutto di un bambino, non può dipendere dal luogo in cui si nasce e si cresce. Proprio come festeggiamo la Liberia, finalmente "Ebola-free", vogliamo poter dire che non moriranno più bambini a causa della diarrea o di una polmonite o perché malnutriti.
L'intera comunità internazionale deve impegnarsi per raggiungere questo obiettivo, a partire dall'Assemblea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità fino ad arrivare a quella dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma ciascuno di noi può essere parte di questa sfida e di questo cambiamento. Fino a quell'appuntamento, azzerare la mortalità infantile e la malnutrizione è la richiesta esplicita ai governi, di cui ognuno di noi può farsi portavoce. Basta aderire all'iniziativa "Be the Change, Save the Children", firmando un "braccialetto delle nascite" sul sitowww.savethechildren.it/expo. Solo così anche noi potremo essere protagonisti del vero cambiamento. #BeTheChange. Tutti. Ciascuno a suo modo...
(L'Huffington Post)
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