In India è strage per il caldo...



I numeri crescono vertiginosamente e si sfiorano le 2000 vittime per un'ondata di calore che nella capitale è arrivata a sciogliere l'asfalto.




In India le temperature record continuano a fare strage tra gli i cittadini più poveri, che muoiono a centinaia ogni giorno.
Indian Sikhs drink sweet juice distributed to passers-by on a roadside in Amritsar on May 29, 2015. As scorching weather conditions continue across India. Indian authorities urged hospitals to treat heatstroke as an emergency as the toll from a long heatwave topped 1,800 on May 29, making it the deadliest in more than two decades. AFP PHOTO/NARINDER NANU (Photo credit should read NARINDER NANU/AFP/Getty Images)
Alcuni Sikhs bevono succo di frutta distribuito ai bordi della strada ad Amritsar  (Photo credit  NARINDER NANU/AFP/Getty Images)

IN INDIA QUASI 2.000 VITTIME PER IL CALDO -

L’ultimo bolletino ufficiale parla di 1.826 vittime per l’ondata di calore che ha invetito l’India negli ultimi giorni. A centinaia sono morti anche ieri e il caldo non sembra intenzionato a dare tregua neppure oggi. Un bilancio che resta prudenziale e che si teme in realtà molto più elevato dato che il fenomeno ha interessato una grande porzione dell’enorme territorio indiano, impattando su centinaia di milioni di persone, Tamil Nadu nel Sud alle pendici himalayane dell’Himachal Pradesh.Gli esiti fatali si sono concentrati comunque al Sud, negli stati meridionali dell’Andhra Pradesh e di Telangana ieri si sono registrate cento vittime, uccise dalla disidratazione o da colpi di calore provocati da temperature che hanno toccato i 43°.

CALDO E SICCITÀ -

Problemi anche con l’approvvigionamento idrico, nello stato centrale del Maharashtra le autorità hanno dovuto portare l’acqua a oltre 4.000 villaggi rimasti a secco, una siccità che in diversi stati sta portando alla perdita dei raccolti e alla moria degli animali d’allevamento. Gli indiani sono quindi in gran parte concentrati nella lotta al caldo, cercano insistentemente l’ombra e bevono quanto possibile ai punti di ristoro organizzati lungo le strade, mentre negli ospedali è mobilitazione per soccorrere le moltissime persone che, anche se non muoiono, si presentano in pessima condizioni al pronto soccorso.

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I POVERI I PIÙ COLPITI -

I poveri restano i più esposti, anche tra i lavoratori, quelli del settore delle costruzioni in particolare, e solo in un secondo tempo arriveranno i numeri e le statistiche dalle zone più remote e peggio collegate. La speranza è nei monsoni, attesi per la settimana prossima, che dovrebbero risalire il subcontinente indiano da Sud a Nord, ma che potrebbero subire ritardi a causa dell’attività dei tifoni nel Pacifico. Un’ipotesi che significherebbe un periodo di siccità molto prolungato e dannoso, essendo già l’attuale ondata di calore è la peggiore mai vista da 20 anni a questa parte...
(Giornalettismo)

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