Kenya, al-Shebaab minaccia: "Sarà una guerra luga e orribile"...



Dopo Garissa, i terroristi annunciano altri attacchi: "Le città kenyote diventeranno rosse di sangue". Dietro gli annunci l'ombra di Mohamed Mohamud Kuno.



NAIROBI - I terroristi islamici somali al-Shebaab, legati ad al Qaeda, sono tornati a minacciare nuove carneficine in Kenya come quella all'università di Garissadove giovedì hanno ucciso 150 studenti cristiani. Gli Shebaab, che da anni hanno preso di mira il Kenya per l'intervento armato in Somalia delle truppe di Nairobi, hanno avvertito che le città keniote diventeranno "rosse di sangue" e sarà "un guerra lunga e orribile".

"Voi - hanno denunciato gli al-Shabab, rivolti al popolo kenyota - non ci accontentate di lasciare il vostro governo condurre politiche repressive senza protestare, voi sostenere le loro politiche eleggendoli. Per questo pagherete con il vostro sangue".

"Nessuna quantità di precauzioni o di misure di sicurezza potrà garantire la vostra sicurezza, evitare un altro attacco o impedire che avvenga un altro bagno di sangue nelle vostre città", si legge ancora in un comunicato dei terroristi. Le autorità kenyote restano convinte che dietro gli annunci ci sia la mano di Mohamed Mohamud Kuno, conosciuto anche come Dulyadin e Gamadhere. Kuno è un keniano, ex operatore umanitario, che ha insegnato e avuto funzioni di direttore in una scuola teologica proprio a Garissa, l'istituto Madrasa Najah, prima di unirsi alle milizie islamiche somale.

Ieri cinque jihadisti sono stati arrestati per il massacro di Garissa, dove 148 persone, tra le quali 142 studenti, sono state uccise in un attacco degli stessi fondamentalisti somali. All'attacco erano subito seguite altre minacce: "Non ci sarà alcun luogo sicuro per il Kenya finché manterrà le sue truppe in Somalia"

Sul massacro di Garissa è intervenuto ieri anche il Papa durante la Via Crucis: "La sete del tuo Padre misericordioso che in te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l'umanità ci fa pensare alla sete dei nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice", ha detto Francesco ricordando i cristiani rimasti uccisi in Kenya...
(R.it Esteri)

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