Iran, accecò un uomo: adesso ha subìto la stessa mutilazione come voluto dal tribunale...
di Federica Macagnone
La legge del taglione è stata applicata alla lettera. La sentenza choc arriva dall'Iran, dove un detenuto del carcere Rajaishahr di Karaj che aveva attaccato con l'acido un uomo, rendendolo cieco, deve adesso subire la legge del taglione, come consentito dal diritto islamico: secondo il quotidiano iraniano Hamshahri, l'uomo ha subito l'asportazione dell'occhio sinistro martedì scorso, mentre la rimozione dell'occhio destro è stata per ora rimandata.
La punizione nota come Qiṣāṣ, è arrivata a cinque anni di distanza dall'attacco criminale: oltre alla rimozione degli occhi, l'aggressore è stato condannato a pagare una multa e a 10 anni di carcere.
Analoga procedura è prevista per un altro uomo che dovrebbe essere sottoposto all'accecamento dopo il 20 marzo: Davoud Roushanaei, vittima dell'attacco nel 2005, venne sfigurato con l'acido da Hamid S. e perse un occhio e un orecchio.
È la seconda volta che la sentenza viene rinviata, dopo che a gennaio il personale medico si è rifiutato di eseguire l'intervento. «Il ritardo non è colpa nostra, dipende dai dottori» ha detto un giudice all'agenzia di stampa iraniana Fars.
La sentenza ha sollevato le proteste degli attivisti dei diritti umani. Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce dell'Iran Human Right, ha tuonato contro questo tipo di condanne, tacciandole come barbare, e ha accolto con un plauso il rifiuto dei medici di procedere: «Eseguire tali punizioni – ha detto Mahmood - è una grave violazione del giuramento di Ippocrate e chiunque prenda parte a tali procedure non può essere chiamato un medico».
Ma punizioni di questo tipo non sono una novità: ad Ameneh Bahrami, una donna iraniana che era stata accecata e sfigurata nel 2004 da un corteggiatore respinto, Majid Movahedi, era stata data la possibilità di poter darà la stessa punizione al suo aggressore. Ma la donna, nel 2011, si rifiutò di ricorrere alla legge del taglione e risparmiò il suo aggressore...
(Il Messaggero.it)
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