Picchiati e ricattati, i jihadisti pentiti raccontano la vita da incubo con l'Is...





I jihadisti tedeschi che sono rientrati in Germania dopo aver militato per un periodo tra le file dello Stato islamico (Is) in Siria e Iraq hanno raccontano del clima di terrore che si respira nell'organizzazione e delle violenze che la sua leadership riserva ai suoi stessi miliziani.
Secondo un articolo del quotidiano Sueddeutsche Zeitung, circa 200 'foreign fighters' tedeschi sono rientrati in patria e più o meno un quinto di loro ha deciso di collaborare con i servizi di sicurezza tedeschi. I loro racconti testimoniano il clima di paura e sospetto e la spietatezza che contraddistinguono le milizie dell'Is.
Uno dei testimoni ha raccontato di essere stato rinchiuso in una sorta di "mattatoio" perché si era rifiutato di consegnare il suo passaporto. Il luogo aveva le pareti completamente imbrattate di sangue, mentre nella sua stessa cella c'era un cadavere decapitato.
Chi è sospettato di spionaggio viene torturato, quindi ucciso a colpi di arma da fuoco o decapitato. Uno dei jihadisti pentiti ha raccontato di un nuovo arrivato giustiziato perché aveva nascosto il suo telefono cellulare, che secondo i suoi superiori poteva essere utilizzato dai paesi della coalizione guidata dagli Usa per localizzarli.
Chi prova a lasciare il fronte senza il permesso scritto di un emiro viene ucciso immediatamente. Molti vengono sottoposti a brutali prove di coraggio, come uccidere innocenti solo per dimostrare di essere pronti a eseguire qualunque ordine dei superiori.
La Germania, e soprattutto le autorità della Renania Settentrionale-Vestfalia, da cui provengono almeno 50 dei jihadisti rientrati da Siria e Iraq, sono in estrema allerta, alla luce dei metodi brutali con cui sono stati addestrati...
(Adnkronos)

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