Pegida, la Germania arrabbiata che marcia contro l’Islam e gli stranieri...



Mentre Parigi piange, la Germania non ride. Da diversi mesi le strade di Dresda sono cavalcate dai «Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente». Un movimento che si batte contro i pericoli dell'estremismo musulmano e contro l'eccessiva presenza di profughi in Germania...




di Andrea Mollica

Pegida è un movimento che inquieta la Germania di Angela Merkel ancora di più dell’eurocrisi. Negli ultimi mesi migliaia di persone hanno partecipato alle marce di Dresda per protestare contro l’invasione dei profughi e il pericolo di islamizzazione dell’Occidente, e le manifestazioni sono diventate sempre più affollate così come discusse sui media.
Marcia di Pegida. ARNO BURGI/AFP/Getty Images
Marcia di Pegida. ARNO BURGI/AFP/Getty Images
PEGIDA E LA GERMANIA – La nascita e rapida affermazione di Pegida sta scuotendo la politica e l’opinione pubblica tedesca. Pegida è un movimento che organizza ogni lunedì del mese una marcia nel centro di Dresda, capitale del Bundesland Sassonia e città più grande della Germania orientale dopo Berlino. Pegida è un acronimo di Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, che tradotto in italiano significa «Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente». La prima manifestazione organizzata da questo movimento si è svolta a fine ottobre nel centro di Dresda, e dopo il buon riscontro di partecipazione, circa 500 persone, i fondatori di Pegida hanno deciso di promuovere ogni settimana una manifestazione contro l’invasione dei rifugiati, così come il rischio di islamizzazione dell’Occidente. Le marce dei patrioti europei sono rapidamente diventate un fenomeno mediatico grazie al loro successo, tanto che l’ultima manifestazione di lunedì 15 dicembre ha attratto circa 15 mila partecipanti. Numeri sorprendenti, visto che non esiste una vera e propria struttura organizzativa addetta alla mobilitazione.
I temi legati alle proteste di Pegida hanno suscitato un dibattito ancora più acceso. Il movimento dei patrioti europei si batte contro l’eccessiva presenza degli stranieri in Germania, così come il pericolo di «deriva musulmana». La forte crescita dei rifugiati favorita dalla crisi umanitaria in Siria e Iraq, così come l’ascesa dell’Isis, tra le cui fila combattano diverse centinaia di tedeschi di origine straniera, hanno inquietato l’opinione pubblica, come verificatosi anche in altri Paesi europei. In Germania mancano però formazioni populiste di dimensioni consistenti, vista la condanna unanime della xenofobia che si riscontra, con qualche sparuta eccezione, nel sistema politico tedesco.
PEGIDA E LE MARCE ANTI ISLAM– Il successo delle marce di Dresda evidenzia come Pegida abbia toccato una corda profonda all’interno della società tedesca, e ha scatenato un dibattito pubblico molto accesso sulla collocazione politica del movimento nato nella capitale della Sassonia. Le manifestazioni sono scandite da un grido, «Wir sind das Volk», che era esclamato verso la fine degli anni ottanta durante le proteste di massa contro il regime comunista della DDR. L’ispirazione democratica e liberale appare però molto lontana dalle posizioni dei «patrioti europei». Nelle prime settimane dall’avvio delle marce nessuno degli organizzatori ha voluto concedere interviste ai giornalisti, un’ostilità nei confronti dei media che si riscontra ancora nelle manifestazioni, anche se il silenzio stampa è stato interrotto quando Pegida si è trasformata in un fenomeno mediatico nazionale.
Il leader dei «patrioti europei» si chiama Lutz Bachmann, ed è una figura piuttosto controversa, vista la sua ricca fedina penale e le sue intemerate contro i «profughi criminali» esclamate durante le manifestazioni di Dresda. Bachmann ha spiegato come il movimento sia nato da un gruppo su Facebook, creato per protestare contro un’iniziativa dei simpatizzanti del partito curdo comunista PKK osservata nel centro cittadino. La manifestazione dei curdi in difesa di Kobane aveva provocato scontri in piazza contro numerosi musulmani salafiti, e la vicenda ha ispirato la protesta dei «patrioti europei».
Dalle discussioni sui social media, accese dalla decisione del governo della Sassonia di accogliere duemila profughi a ottobre, è nata l’idea di un primo ritrovo in piazza. Le marce hanno creato un’’enorme eco in queste settimane, tanto che Bachmann è finito negli approfondimenti di testate quali New York Times e Financial Times. Il leader di Pegida ha negato la natura politica del movimento, ma ha enfatizzato l’esigenza di contrastare l’attuale «insensata» politica dell’immigrazione condotta dalla Germania. Per i «patrioti europei» accogliere i rifugiati dalle guerre è un dovere umanitario, ma deve essere contrastata in ogni modo l’immigrazione di tipo economico, per evitare che gli stranieri senza lavoro usufruiscano della generosità del Welfare tedesco. Nei suoi interventi in piazza Bachmann ha tuonato contro le strutture lussuose messe a disposizione dei profughi in arrivo dalla Siria o da altri Paesi africani, mentre i pensionati tedeschi fanno fatica a pagarsi l’affitto...
(Giornalettismo)

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