Liberia, muore il fotoreporter Michael duCille...
Tre volte premio Pulitzer, è stato stroncato da un infarto. Stava realizzando un reportage su Ebola. Le sue foto.
Michel duCille, fotografo americano del Washington Post vincitore di tre premi Pulitzer, è morto d'infarto in Liberia mentre realizzava un reportage sull’epidemia di Ebola.
Il 58enne reporter di origini giamaicane si è accasciato vicino a un villaggio ed è stato trasportato in auto al più vicino ospedale, dove è giunto due ore dopo, già morto.
IL RICORDO DEL POST. Il Washington Post gli ha reso omaggio, ricordandolo per la sua capacità di catturare «immagini delle lotte e dei trionfi dell’uomo» e definendolo «uno dei più bravi fotografi al mondo»: duCille, assieme a un collega, era arrivato il 9 dicembre nell’Africa occidentale per un servizio sul virus che ha già fatto quasi 6.400 morti.
TRE PREMI PULITZER. Nel corso della sua carriera, che si snoda attraverso oltre 40 anni, aveva vinto due premi Pulitzer per la fotografia, con il Miami Herald nel 1986 e nel 1988, con lavori sull'eruzione del vulcano Nevado del Ruiz e sul dramma del crack a Miami. Passò al Post nel 1988 e qui vinse, nel 2008, il Pulitzer per il Public service con i reporter Dana Priest e Anne Hull, per una serie di foto sulla cura dei veterani di guerra negli Stati Uniti.
Nato a Kingston, aveva avuto il suo primo incarico in un giornale all'età di 16 anni in Georgia.
FOTOGRAFO DI GRANDE SUCCESSO. Il direttore del quotidiano americano, Martin Baron, lo ha definito «uno dei fotografi di maggior successo». «Si stava dedicando all'Ebola con dedizione ed era convinto di voler continuare a indagare su quest'emergenza nonostante i rischi, con lo stesso coraggio e la stessa passione che ha mostrato durante tutta la sua carriera», ha detto Baron in un messaggio condiviso con i giornalisti del quotidiano.
Era noto tra i reporter per la sua capacità di cogliere, all'interno di una crisi, ritratti in grado di mostrare con un un solo sguardo dolore, dignità e perseveranza.
«Ho sempre cercato di dare dignità ai miei soggetti» ma in Liberia la cosa «si sta dimostrando fin troppo impegnativa per me», aveva scritto sul Post il 19 ottobre, sottolineando che «il rispetto e' spesso l'ultima e la sola cosa che il mondo può offrire a una persona morente o già morta. Tuttavia, la macchina fotografica sembra essere un tradimento della dignità che io spero di offrire».
LASCIA MOGLIE E 2 FIGLI. Michael de Cille lascia la moglie, Nikki Kahn, a sua volta fotografa del Washington Post, e due figli, nati da un precedente matrimonio, Leighton e Lesley Anne.
(Lettera 43)
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