Isis, bambini addestrati a uccidere...



Vengono impiegati come combattenti. Se non sono pronti, come spie e guardie. E formati all'Islam più estremista. L43 tra i giovani sfuggiti allo Stato Islamico.

di Mauro Pompili

  •                     I giovanissimi reclutati dall'Isis hanno spesso tra i 10 e i 12 anni. © Getty

Osama ha 13 anni e ora gioca con gli altri bambini davanti casa a Baalbek, nel Nord del Libano. Pochi mesi fa, a Mosul, ha rischiato di essere reclutato dall’Isis.
«Un giorno è arrivato a casa», racconta il padre a Lettera43.it, «felice perché aveva trovato un lavoro. Stava per arruolarsi nell’Isis, gli avevano promesso una pistola e uno stipendio. All’inizio abbiamo pensato a un gioco, poi abbiamo capito che diceva sul serio».
I genitori per prima cosa hanno impedito a Osama di uscire da casa. Era lo scorso mese di giugno e gli uomini dello Stato Islamico avevano preso il controllo della città irachena e istituito centri di reclutamento nelle strade.
PIÙ DI 300 TESTIMONIANZE. «Eravamo terrorizzati al pensiero di trovarlo tra i tanti adolescenti impegnati ai posti di blocco con la loro divisa nera e sul braccio sinistro il logo della polizia islamica. I loro compiti principali sono di reclutare altri bambini, verificare che le donne siano coperte e gli uomini con la barba».
Alla fine di luglio la famiglia di Osama ha deciso di lasciare Mosul, dopo un mese hanno raggiunto alcuni parenti in Libano.
Le notizie e le prove di questo crimine contro l’infanzia sono sempre più numerose, raccolte dagli attivisti per i diritti umani arrivano da tutto il territorio controllato dall’Isis. Gli esperti della Commissione indipendente d’inchiesta internazionale sulla Siria hanno raccolto più di 300 interviste a profughi e a residenti nelle aree del Califfato, insieme con video e fotografie.
«HO COMBATTUTO SPESSO CON ADOLESCENTI». Da Raqqa, la capitale de facto dello Stato Islamico in Siria, arrivano le testimonianze dell’esistenza di campi d’addestramento militare per i giovanissimi e i video delle preghiere prima di andare a combattere. Tra i reclutati quelli che non sono idonei o pronti per il campo di battaglia vengono impiegati come cuochi o spie, informatori sulla fedeltà dei loro vicini di casa.
Reduci curdi di Kobane raccontano di aver visto numerosi bambini combattere a fianco dei miliziani. Mustafa Bali, un peshmerga che ha difeso la città dall’assalto dell’Isis, ha detto di aver visto i corpi straziati di due 14enni dopo un attacco alle loro posizioni. Nella provincia di Aleppo, in Siria, un appartenente all’Esercito Libero Siriano ha affermato di essersi scontrato «abbastanza spesso» con bambini e adolescenti che combattevano nelle file dei jihadisti.

L'Unicef: «Bambini formati all'Islam più estremista»

Stabilire quanto sia diffuso il fenomeno del coinvolgimento dei minori nelle milizie dello Stato Islamico non è facile, non esistono cifre o stime affidabili sul numero dei giovanissimi coinvolti.
Secondo la commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra in Siria «l'Isis arruola per il combattimento bambini in modo sistematico e organizzato».
USATI COME SPIE E GUARDIE. Il gruppo adotta questa strategia per la facilità della conversione e la devozione assoluta alle volontà del Califfato offerta dalle giovani menti, con l'obiettivo di creare una milizia cresciuta con un modello di vita basato sulla violenza e la sopraffazione.
«L’impiego di bambini da parte di gruppi armati, purtroppo, non è una novità. Nella guerra civile siriana, al-Nusra e altri gruppi ribelli l'hanno fatto», ha dichiarato Laurent Chapuis, consigliere regionale dell'Unicef per Medio Oriente e Nord Africa. «Le novità dell'Isis sono la sistematicità e l’accurata formazione all’Islam più estremista. I bambini di 10-12 anni sono utilizzati in molti ruoli: combattenti, messaggeri, spie, guardie, ma anche per cucinare, per pulire e per curare i feriti».
MODIFICATI I CORSI DI STUDIO. Nei territori del Califfato diverse scuole sono state chiuse e i corsi di studio sono stati radicalmente modificati per adeguarli all’ideologia degli estremisti. L’obiettivo è quello di utilizzare l’istruzione come strumento d’indottrinamento per costruire una nuova generazione di fanatici.
Un video diffuso recentemente dall'Isis mostra una cerimonia di laurea per i ragazzi. In uniforme militare sono in fila per stringere la mano a uno sceicco mentre imbracciamo un mitragliatore AK-47, i loro volti nascosti da maschere nere. La voce parla dei bambini come di una «generazione di leoni, pronti a morire protettori della religione».
CINQUE CAMPI DI ADDESTRAMENTO A RAQQA. Nella provincia di Raqqa un gruppo di oppositori ha documentato l’esistenza di almeno cinque campi di addestramento militare per adolescenti, uno dedicato ai bambini al di sotto dei 16 anni nella città di Tabqa. In un video si vedono i bambini strisciare sotto il filo spinato.
Un padre di Fallujah, in Iraq, ha trovato suo figlio di sei anni mentre giocava con una pistola giocattolo e urlava «Sono un combattente dello Stato Islamico».
Pochi giorni dopo erano insieme a un posto di blocco e suo figlio ha gridato «Noi amiamo lo Stato». «Quale Stato?», ha chiesto uno dei miliziani. «Lo Stato Islamico», ha risposto il bambino. Dopo questi eventi l’uomo e la sua famiglia si sono trasferiti a Kirkuk.
«I ragazzi stanno studiando», ha detto il padre, «ma per diventare mujaheddin»

(Lettera 43)


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