Mubarak assolto, la restaurazione egiziana è completata...





Dopo il golpe militare, i giudici ritengono di non dover più processare l'ex generale e dittatore per la brutale repressione delle proteste


Il nuovo regime egiziano, che è andato al potere uccidendo più di mille persone in un giorno, non poteva certo permettere che l’uomo che ha guidato lo stesso regime per 30 anni fino allo scoppio della rivolta, finisse i suoi giorni in carcere perché ha represso le proteste.

UN MUBARAK RIPULITO - La montagna di accuse contro Hosni Mubarak si è dissolta come neve al sole quando oggi il giudice Mahmoud Kamel al-Rashid ha letto la sentenza che manda Mubarak libero da ogni accusa. Non si terrà un nuovo processo per la strage degli oppositori in piazza nel 2011, perché l’appello il processo non si sarebbe mai dovuto tenere (tecnicamente non c’è né assoluzione né condanna), i 239 morti di quel giorno non trovano conforto neanche nelle altrui condanne: assolti, nello stesso procedimento, infatti, anche l’ex ministro dell’interno e sei alti dirigenti dei servizi segreti. Mubarak è stato assolto poi dalle accuse di corruzione per aver venduto il gas naturale a Israele sottocosto. Assolti soprattutto i figli Alaa e Gamal, fino allo scoppio delle rivolte considerato l’uomo destinato a succedergli.
MUBARAK ANCORA IN CARCERE - Per Mubarak resta solo una condanna per appropriazione indebita a tre anni, che sta per finire di scontare, visto che è detenuto dal 2011, e può così tornare libero molto presto e probabilmente si libererà anche della barella, sulla quale l’ottantaseienne ex dittatore si è presentato a tutte le udienze. Barella che insieme alla relativa diagnosi gli hanno consentito di scontare la detenzione in ospedale invece che in cella. Il giudice ha dichiarato che la sentenza «non ha niente a che fare con la politica» e invitato a leggere le motivazioni della sentenza.
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IL DITTATORE LIBERO, LA SOCIETÀ CIVILE IN GALERA - C’è da dire che tecnicamente le accuse erano difficili da provare, la responsabilità diretta per le stragi passa infatti per diversi gradi di comando e un ordine diretto ed esplicito da parte di Mubarak non è mai saltato fuori, come peraltro non è mai emersa prova delle responsabilità di altri. C’è anche da dire che l’apparato giudiziario è ancora quello del regime di Mubarak, così come buona parte del governo, ed è lo stesso che ha incarcerato i membri del precedente governo eletto democraticamente, i Fratelli Musulmani accusati in blocco d’essere terroristi, gli oppositori laici perché oppositori e persino numerosi giornalisti, accusati di essere la «quinta colonna» del complotto che secondo l’attuale regime mirava a fare dell’Egitto un califfato.

(Giornalettismo)

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