India: gli stupratori? Amici o parenti Su oltre 1.700 casi denunciati, 642 coinvolgono amici. E 215 parenti della vittima. Un rapporto smentisce il governo. Che accusava i migranti e gli emarginati....



di Matteo Miavaldi
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da New Delhi

Le autorità di polizia indiane, a metà novembre, hanno consegnato un dettagliato rapporto statistico circa gli episodi di stupro denunciati a New Delhi nei primi 10 mesi del 2014.
Ne esce un quadro decisamente opposto al sentire comune propagato dai media nazionale, ovvero che il pericolo di violenze sessuali sia in agguato nelle strade, popolate da disperati migranti, poveri e analfabeti.
1.704 CASI DI VIOLENZA DENUNCIATI. I dati dicono: niente di più falso, lo stupratore è nella stragrande maggioranza dei casi qualcuno di molto vicino alla vittima.
Tra gennaio e ottobre 2014, riferisce l'Hindustan Times, la polizia della capitale ha registrato un totale di 1.704 casi di stupro, 215 dei quali coinvolgono parenti stretti della donna violentata: il padre (43 casi), il fratello (27), il padre adottivo (23), il nonno (un caso).
Allargando il cerchio, l'incidenza ricorre maggiormente nella cerchia dei cugini, dei vicini di casa, dei suoceri o cognati, negli zii, fino a toccare il picco (642 casi) sotto la dicitura un po' vaga di 'amici'.
142 VITTIME AVEVANO MENO DI 12 ANNI. In India, dove il riconoscimento sociale dello status di fidanzato ancora fatica a prendere piede al di fuori degli ambienti benestanti progressisti, è plausibile che tra gli “amici” si possano annoverare una serie di varianti come, appunto, il moroso, il conoscente, l'amico stretto.
Delle vittime, 142 avevano meno di 12 anni. Di queste, quattro erano nella fascia da zero a due anni.
IL 50% DEGLI STUPRATORI NON È ANALFABETA. Un altro aspetto interessante del rapporto è la statistica tratta dal livello di alfabetizzazione degli stupratori, considerando che la violenza sessuale è percepita come sfogo o deviazione tipica delle classi emarginate, degli intoccabili, delle caste basse e dei non istruiti.
Delle 1.613 persone arrestate, solo 116 erano analfabeti e 570 avevano lasciato la scuola. Significa che più del 50% di chi commette violenze sessuali non risponde all'identikit di emarginato o vagabondo che i governi che si sono susseguiti a New Delhi – al pari di quello centrale – hanno insistentemente considerato nelle proprie politiche per la sicurezza.

Il governo mette nel mirino la fascia più povera della popolazione

All'indomani dello stupro di Nirbhaya, la studentessa violentata e uccisa da cinque uomini nel dicembre del 2012, l'allora governo dell'Indian National Congress promosse una serie di contromisure per fermare la cosiddetta “emergenza stupri”: aumentare l'illuminazione per le strade, vietare vetri oscurati sugli autobus, aumentare le pattuglie di polizia.
Iniziative, alla luce dei numeri indicati nel rapporto, irrilevanti rispetto a episodi criminali che, in larga maggioranza, si consumano all'interno delle mura domestiche.
I dati a disposizione delle autorità, occorre sottolinearlo, riguardano esclusivamente i casi denunciati. Difficile quantificare la mole di violenze che, per paura di ulteriori ripercussioni sulla vittima o per la minaccia dello stigma sociale, non vengono riportati agli organi di polizia della capitale.
LA POLIZIA VA INCONTRO ALLE DONNE. La polizia di New Delhi, in questo senso, negli anni ha messo a punto una serie di sistemi per rendere la denuncia il meno traumatica possibile, registrando un sensibile aumento delle richieste di intervento. Da qualche tempo, ad esempio, poliziotte in borghese fanno visita alle vittime di violenza sessuale direttamene in ospedale, dando così modo di sporgere denuncia lontano da occhi indiscreti e nel massimo rispetto della privacy.
La disparità tra i casi effettivi e quelli raccontati dai media, che negli ultimi anni si sono occupati estensivamente di stupri e violenze contro le donne contribuendo a un progressivo abbattimento del tabù nel Paese, svela l'approssimazione della cosiddetta “emergenza stupri” in India.
UN DRAMMA ANTICO, MA ORA SE NE PARLA. Gli stupri sono un dramma antico che affonda le radici in una società patriarcale che ha discriminato e discrimina sistematicamente il gentil sesso in vari aspetti della sfera pubblica e privata, dal vestiario al consumo di alcol, passando per le “microviolenze” giornaliere di cui sono vittime le donne per strada e sui mezzi pubblici.
La differenza che lascia ben sperare per il futuro è che ora, finalmente, se ne parla.

(Lettera 43)

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