MEDIO ORIENTE: I RAID FERMANO I JIHADISTI IN SIRIA, MA NON IN IRAQ...





Una strategia che funziona, che è stata pensata sul lungo periodo ma che dovrebbe consentire di fermare lo Stato Islamico: è quanto hanno sostenuto ieri gli Stati Uniti a circa due mesi dall’inizio dei raid aerei in Iraq e a tre settimane da quelli in Siria.

Nell’ambito di questa strategia, il segretario di Stato americano John Kerry ha detto di aver concordato con il suo omologo russo Sergei Lavrov un più frequente scambio di informazioni sul gruppo jihadista che è stato in grado di conquistare ampie aree di Iraq e Siria.
I raid, in combinato con le azioni sul campo dei combattenti curdi, avrebbe anche consentito a questi ultimi di riprendere il controllo di alcune aree di Kobane, la città siriana al confine con la Turchia da settimane assediata dai jihadisti.
A Kobane si continua però a combattere ancora per le strade. La città risulta tagliata in due e i curdi controllano soltanto alcune zone in prossimità con il valico di frontiera con la Turchia.
In Iraq, nonostante i raid, lo Stato islamico è avanzato nella provincia di al-Anbar, provincia che ormai controlla quasi completamente. L’avanzata rischia di mettere in difficoltà le difese di Baghdad che, secondo alcuni osservatori, potrebbe essere uno dei prossimi obiettivi dei jihadisti.
(Atlas)

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