Cos’è l’operazione “Mos maiorum” contro gli immigrati irregolari...
Due settimane di caccia a tutti quelli che non sono a posto con i documenti di ingresso nei paesi dell’area Schengen. Ma l’idea non piace a tutti
Questa volta ad usare il latino per una operazione di contrasto all’immigrazione clandestina è stata l’Europa e non solo l’Italia (il riferimento è a Mare Nostrum). Perché i 25 paesi europei dell’area Schengen hanno messo in piedi “Mos Maiorum” letteralmente “I costumi degli antenati” con ventimila poliziotti che saranno impegnati dal 13 al 26 ottobre a identificare, fermare ed espellere decine di migliaia di immigrati irregolari.
Queste forze di polizia si troveranno in particolare nei luoghi di frontiera, stazioni, depositi di autobus e autostrade in tutta Europa alla ricerca di migranti privi di regolare permesso di soggiorno. Dice, il Consiglio dell’Unione europea, che questa iniziativa ha lo scopo di combattere la tratta di esseri umani e a raccogliere informazioni sulle rotte dei trafficanti.
A qualcuno però, specie a quelli della difesa dei diritti umani,sembra una caccia e non piace per niente. “Alimenta il fantasma di un’invasione criminale in Europa e utilizzaFrontex (l’agenzia incaricata del coordinamento della sicurezza delle frontiere esterne dell’Ue) per condurre una politica discriminatoria e per violare i diritti dei migranti e dei rifugiati”, ha tuonato per esempio l’organizzazione Frontex exit.
E la fondazione tedesca non profit ProAsyl, rincara la dose “Mos maiorum è di atto un’operazione contro i rifugiati, perché la maggior parte degli irregolari – dice il direttore Karl Kropp – sono in gran parte persone in fuga da paesi pericolosi e in cerca di sicurezza e condizioni di vita più umane”.
Stimare quanti siani gli irregolari in Europa è difficile: forse tra i 150mila e i 450mila. Nelle intenzioni di chi ha ideato Mos maiorum c’è quella di rispedire gli irregolari nei loro paesi di provenienza, se questi ultimi hanno firmato la convenzione di riammissione con l’Ue. Altrimenti saranno trattenuti per un periodo variabile a seconda dei paesi o lasciati in libertà con un avviso di espulsione.
(Il Journal)
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