Amnesty: milizie sciite irachene accusate di gravi abusi...
Crimini di guerra, fra cui esecuzioni sommarie, sequestri, rappresaglie: a compierle – denuncia oggi Amnesty International – sono le milizie sciite che si oppongono all’avanzata dei ribelli sunniti del sedicente Stato Islamico in Iraq, protagoniste di atti atroci per la ‘buona causa’.
“Dando la sua benedizione a milizie che commettono sistematicamente abusi, il governo iracheno dà il suo consenso a crimini di guerra e alimenta un pericoloso cerchio di violenza confessionale” ha detto Donatella Rovera, consigliere dell’ong per gli scenari di crisi.
Per lottare contro i ‘jihadisti’ che da giugno si sono impadroniti di vaste regioni del Paese e ora minacciano Baghdad - riporta l'agenzia Misna - l’esecutivo ha fatto affidamento su combattenti a cui Amnesty attribuisce “decine” di casi di violenza contro la popolazione sunnita sospettata di legami con l’Is. E nonostante il versamento di riscatti, molti ostaggi restano ancora trattenuti mentre altri sono stati comunque uccisi.
“Il potere crescente delle milizie sciite ha contribuito a un deterioramento generale della sicurezza e a un’atmosfera di anarchia” aggiunge ancora Amnesty accusando anche il governo iracheno di gravi abusi come “torture e maltrattamenti verso i prigionieri”.
Intanto nelle ultime ore tre attentati condotti nello spazio di un’ora in diversi quartieri sciiti di Baghdad hanno provocato almeno 22 morti fra la folla che riempiva le strade per la festa dell’Aid Al Ghader.
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