Stato islamico, curdi attaccano in Siria: 18 morti. L'Iraq: "Per riconquistare Mosul serviranno mesi"...
Si combatte su due fronti contro l'Is, in Siria e in Iraq. Liberati 49 ostaggi turchi. L'Iran: "Pronti a sostenere Bagdad". Obama: "È il mondo contro l'Is, non esiteremo ad agire anche in Siria"
BAGDAD - Il fronte della guerra contro l'Is si sposta, anche per i combattenti curdi peshmerga, verso la Siria: dopo l'avanzata dei miliziani dello Stato islamico nel kurdistan siriano, con la conquista di decine di villaggi abbandonati da combattenti e abitanti nelle ultime 72 ore, i peshmerga hanno dato via a un'offensiva presso Ain al-Arab, uccidendo 18 jihadisti. La notizia dell'offensiva è stata dall'ong Osservatorio siriano dei diritti umani, ma non è chiaro se i curdi abbiano riconquistato le aree perse nei giorni scorsi. Dalla Siria il flusso di profughi curdi verso la Turchia, che ieri ha deciso di aprire le frontiere a sud, è intenso: Ankara fa sapere che in decine di migliaia hanno passato il confine.
Ma l'attenzione sulla Siria non vuol dire che in Iraq la situazione sia più tranquilla. Con i primi raid francesi, che si combinano a quelli americani, le forze irachene e curde hanno riconquistato ampie zone intorno a Mosul, la principale città in mano allo Stato islamico e la seconda più grande d'Iraq. Ma l'offensiva non è sufficiente per lanciare l'attacco alla città, come fa sapere il comandante peshmerga Rouch Nwri Shaways: "Il rapporto di forza rimane a favore del nemico", ha detto Shaways. Ma riconquistare Mosul rimane un obiettivo essenziale per Bagdad, anche se secondo alcuni esperti ci vorranno mesi per ottenerlo.
Liberati 49 ostaggi turchi. Sono stati liberati le decine di ostaggi turchi che erano stati rapiti oltre tre mesi fa dai jihadisti dell'Isis nel nord dell'Iraq. Lo ha annunciato il premier turco, Ahmet Davutoglu. "Li abbiamo riportati a casa stamane", ha annunciato in tv, visibilmente soddisfatto, sottolineando che tutti stanno bene. Non sarebbe stato pagato nessun riscatto.
La diplomazia: Iran. Teheran è pronto a sostenere il nuovo governo iracheno nella sua lotta contro gli jihadisti dello Stato Islamico. Lo ha assicurato il vice ministro degli Esteri iraniano, Seyed Abbas Araghchi, intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. "Riteniamo che ogni iniziativa genuina per risolvere problemi regionali debba originare dalla regione stessa e basarsi su una cooperazione regionale -ha dichiarato- combattere l'estremismo non fa eccezione a questa regola". Gli iraniani, ha aggiunto, erano sul terreno "con consiglieri ed equipaggiamento" per contribuire a salvare Bagdad, Erbil e Amerli prima ancora che arrivasse ogni altro aiuto e "sono pronti a continuare" ad offrire assistenza contro gli jihadisti dello Stato Islamico.
Obama: "Non esiteremo ad agire contro Is in Siria". Degli attacchi contro gli jihadisti in Siria è tornato a parlare il presidente Usa Barack Obama nel suo settimanale videomessaggio agli americani: "Dallo scorso mese, sono stati condotti 170 raid contro i terroristi in Iraq. E ora la Francia si è affiancata a noi in questi attacchi aerei. Andando avanti, non esiteremo ad agire contro questi terroristi in Iraq o in Siria. I nostri servizi di intelligence non hanno ancora rilevato piani specifici di questi terroristi contro gli Usa. In questo momento, rappresentano una minaccia per il popolo dell'Iraq, la Siria, e il Medio Oriente allargato. Ma i loro leader hanno minacciato l'America e i nostri alleati. E se lasciati incontrollati, potrebbero costituire una minaccia crescente per gli Usa".
"Questa però - ha proseguito Obama - non è solo la guerra dell'America. Non impegnerò i nostri soldati in un'altra guerra in Iraq o in Siria. E' molto più efficace usare le nostre capacità per aiutare i nostri partner sul terreno, garantire il futuro del loro Paese. Useremo la nostra potenza aerea, addestreremo e forniremo attrezzature ai nostri partner. Daremo assistenza e consigli. E guideremo una coalizione allargata di Paesi che hanno un interesse in questa lotta. Questa non è l'America contro l'Isis. Questo è il popolo della regione contro l'Isis. E' il mondo contro l'Isis".
(Repubblica.it)
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