Isis e petrolio: l'oro nero del Califfato che vale 3 milioni di dollari al giorno Col greggio pagati armi e soldati. Ecco perché Usa e alleati hanno bombardato...





I soldi dei donatori, per lo Stato islamico (Isis) non sono che briciole nel mare magnum di ricchezza ricavata dal petrolio. Ecco perché gli Usa e la coalizione internazionale che si batte contro i jihadisti, tra mercoledì 24 e giovedì 25 settembre hanno deciso di bombardare con 13 raid le 12 raffinerie finite sotto il controllo dei miliziani neri. Secondo i dati degli esperti americani, infatti, l'Isis è in grado di produrre circa 80 mila barili di greggio ogni giorno. Che tradotto in soldoni fanno circa 3 milioni di dollari.
SOLDI PER LA GUERRA. Una montagna di soldi che è servita, finora, a rendere più ricco e forte il Califfato che grazie al petrolio ha potuto finanziare le sue azioni, minacciando il mondo di prendersi il controllo della produzione di greggio. Fino all'intervento dei caccia degli alleati che hanno provato a stroncare il flusso di denaro dell'Isis.


CONQUISTA DALLA SIRIA. La marcia per la conquista dei pozzi da parte dei jihadisti è iniziata in Siria (qui i miliziani hanno sei stabilimenti su 10, anche se le due raffinerie principali sono in mano al presidente Bashar al Assad). E secondo gli analisti del Brookings Doha Center, l'istituto indipendente di ricerca sul Medio Oriente, l'Isis punta a mettere le mani sul 60% delle riserve petrolifere del mondo e sul 40% della produzione di gas e greggio.
Con l'ascesa del Califfato in Iraq, poi, l'Is ha messo le mani su altri sei campo petroliferi del Paese.
DAI 26 AI 30 DOLLARI. In cambio del greggio, l'Isis riesce a ottenere contanti per pagare le operazioni militari. E le rotte del traffico dell'oro nero passano dalla Giordania, ma pure dall'Iran e dalla Turchia. Ma c'è anche il mercato della Siria.
Secondo i calcoli del quotidiano La Stampa, il petrolio pesante viene venduto tra i 26 e i 35 dollari al barile, quello leggero a 60, mentre per quello trafugato i prezzi variano secondo il percorso da compiere.
OFFERTA COMPETITIVA. L'offerta resta, tuttavia, molto competitiva: ecco perché non manca chi vuole fare affari con i jihadisti.
Ora, però, gli Usa hanno deciso di porre un freno a questo mercato, provando a stroncare la principale fonte di sostentamento dell'Isis. E i primi raid in Siria e Iraq hanno iniziato a soffocare la strategia economica dei miliziani neri.
(Lettera 43)

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