Chi era il terrorista (super ricercato) ucciso dagli Usa...




Ahmed Godane era il leader di al Shabaab in Somalia e un nome in ascesa nel jihadismo internazionale. Nel suo “curriculum” c’erano già stragi con centinaia di vittime.







Non era mediaticamente conosciuto quanto il neo Califfo Abu Bakr al Baghdadi, né possedeva il carisma dello Sceicco del Terrore Osama Bin Laden. Ma Moktar Ali Zubey, noto come Ahmed Godane, era comunque il temutissimo capo di al Shabaab, l’organizzazione terroristica filo islamista che ha la propria base in Somalia. Sulla sua testa pendeva una taglia di 7 milioni di dollari messa dagli Stati Uniti.
Insomma, si trattava di un terrorista super ricercato. Un raid statunitense nei pressi di Barawe ha dunque ucciso un leader del jihadismo africano. Ahmed Godane, 36 anni (era nato nel 1977 a Hargeisa in Somalia), era stato l’ideatore dell’attacco al Westgate Mall di Nairobi, in Kenya, con la motivazione di dover punire il governo keniano responsabile di un intervento militare in territorio somalo.
Godane ha studiato in Sudan e poi in Pakistan, mentre in Afghanistan è stato addestrato alla guerra. Stando alle informazioni sul suo conto, sarebbe stata una persona di ottima cultura, attento anche all’arte e alla poesia.
La sua ascesa al potere risale al 2006 quando è diventato segretario delle Corti Islamiche che governavano in Somalia.
Di fronte all’offensiva anti-islamista ha assunto la leadership del gruppo al Shabaab, mettendo in atto azioni terroristiche clamorose che – secondo le intelligence internazionali – avevano spaccato anche l’organizzazione. Ahmed Godane, tuttavia, era riuscito a imporre la propria linea “transnazionale”, sposando la causa di al Qaeda nel 2009. In un video, infatti, il capo di Shabaab si metteva a disposizione di Osama Bin Laden, che pochi mesi prima aveva lanciato un appello alla jihad globale.
Gli Stati Uniti hanno cercato in più occasioni di uccidere Godane con operazioni militari mirate. Lui, però, è riuscito sempre a scampare agli attacchi, almeno fino a quello letale di Barawe, confermato anche dai componenti dell’organizzazione.
(Il Journal)

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