Stato islamico, com'è fatto l'esercito del califfato Controlla una regione grande quanto il Belgio. Si scontra con Al-Qaida. E ha l'appoggio della popolazione sunnita....





Lo Stato islamico, nuova denominazione assunta a luglio dall'ex Stato islamico dell'Iraq e del Levante, controlla ormai un territorio grande quanto il Belgio, esteso per centinaia di chilometri tra la Siria e l'Iraq.
Può contare su un esercito di 30 mila uomini, inquadrati in battaglioni da circa 2500 membri ciascuno, la cui 'giurisdizione' va, da Est a Ovest, dalla seconda città irachena di Mosul fino al capoluogo siriano di Raqqa; mentre da Nord a Sud va dall'asse Mossul-Raqqa fino all'asse Tikrit-Ramadi-Dayr az Zor, che congiunge Siria e Iraq.
CALIFFATO PROCLAMATO A LUGLIO. Il Califfato islamico è stato proclamato il 5 luglio 2014 dal capo dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, durante un sermone tenuto nella principale moschea di Mosul, di cui sono state diffuse le immagini su alcuni siti jihadisti. Un'operazione mediatica volta a dimostrare che ormai è questa la vera forza vincente dell'islam combattente, capace di oscurare le gesta di Al-Qaida, guidata da Ayman az Zawahiri.
LO SCONTRO CON AL-QAIDA. E proprio contro la branca locale di Al-Qaida, il Fronte al Nusra, lo Stato islamico combatte nei territori del nord della Siria sottratti al controllo delle forze lealiste. Armati di armi leggere, lanciagranate e mezzi blindati, i miliziani del califfato, nel corso della stupefacente offensiva del 10-14 giugno con cui hanno conquistato Mosul, l'intera provincia di Ninive e parte di quella di Kirkuk, si sono impadroniti di pezzi di artiglieria da 122 e 130 mm, mortai, oltre 200 veicoli di vari tipi (tra cui Humvee) e alcuni elicotteri.
L'APPOGGIO DECISIVO DEI SUNNITI. Come hanno fatto poche decine di migliaia di miliziani a conquistare tutto questo potere, e ad avere la meglio sull'esercito iracheno, composto da 270.000 uomini addestrati per anni dagli Stati Uniti, che si è dato alla fuga nel Nord del Paese? La spiegazione, secondo la maggior parte degli osservatori, non sta solo nella motivazione più forte che anima i jihadisti rispetto ai soldati governativi, ma anche sul sostegno che, almeno all'inizio della loro avanzata, i miliziani dello Stato islamico hanno potuto contare tra le formazioni tribali armate e tra la popolazione sunnita, scontenta per le politiche governative filosciite, giudicate settarie e discriminatorie.

(Lettera 43)

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