I rischi di dare armi ai peshmerga...
Sinora i combattenti curdi hanno affrontato le milizie dell’Isis con una disparità di forze. Che ha messo a repentaglio l’Iraq del nord
L’Europa ha deciso di inviare armi ai peshmerga, i guerriglieri curdi diventati il fronte anti-Isis. Sono infatti queste milizie la speranza occidentale di fermare l’avanza dello Stato islamico, che da Mosul ha conquistato varie città dell’Iraq, avvicinandosi alla capitale Baghdad, ma soprattutto prendendo il controllo di alcune città nord irachene, dove c’erano anche le comunità yazidi e cristiani che rischiavano il massacro. Anche la capitale del Kurdistan, Erbil, è stata colpita dagli attacchi avversari.
I peshmerga (qui un articolo che spiega chi sono) hanno avuto grosse difficoltà a causa della disparità di forze in campo. Le truppe che si muovono sotto lo stendardo nero di Isis, infatti, hanno anche mezzi di artiglieria, mentre i combattenti curdi hanno sinora affrontare l’esercito nemico con armi leggere.
“I kalashnikov non sono adatti contro questo nemico, né tantomeno le armi leggeri” ha raccontato a Euronews un miliziano peshmerga. La richiesta all’Occidente è stata quindi quella di ottenere armi pesanti e mortai, in particolare con l’appoggio di raid aerei.
Il pericolo di armare i peshmerga è di generare ulteriore caos in Iraq, dove la situazione etnica è già molto complicata con la guerra tra sciiti e sunniti. L’obiettivo curdo è da sempre quello di avere uno Stato autonomo con capitale a Erbile. Le armi europee possono perciò fornire una grande forza militare alle milizie, che pure oggi sono viste come la frontiera anti jihad.
(Il Journal)
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