Rifugiati nel mondo, mai così tanti dalla fine della guerra...





di Luca Marchesini 

Antonio Guterres, alto commissrio della Nazioni Unite per I rifugiati, lancia l’allarme. Il numero di rifugiati nel mondo ha raggiunto i 51 milioni, mai così tanti dalla Seconda Guerra mondiale. “La pace è pericolosamente in deficit”, ha avvertito.

Secondo Guterres il livello di violenza nei conflitti e la loro diffusione stanno determinando unquantum leap nel paradigma che ha regolato gli spostamenti di popolazione in fuga dai conflitti negli ultimi decenni.
Nel Global Trends, il report annuale dell’Alto Commissariato, i numeri parlano di una realtà in evoluzione che sta rapidamente precipitando vero la catastrofe umanitaria. Solo nel 2013 oltre 11 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case per sfuggire alla guerra, scegliendo la via dell’esilio o andando ad incrementare le fila dell’enorme esercito deirifugiati interni. Metà di loro sono bambini, il livello più alto da dieci anni a questa parte.
A livello globale, i rifugiati interni sono 33.3 milioni. 16.7 milioni di persone sono invece fuggite verso i paesi circostanti per presentare domanda di asilo. Il conflitto in Siria ha prodotto milioni di nuovi profughi e richiedenti asilo, accalcati lungo i confini dei paesi circostanti e pronti a pagare migliaia di dollari per imbarcarsi nei viaggi della speranza verso la fortezza europea.
Il 2014 rischia di essere un anno ancora più nero, sotto la pressione di conflitti feroci che coinvolgono zone sempre più ampie. In Iraq, Ucraina, Sud Sudan e Repubblica Centroafricana si combatte, si muore e, quando possibile, si fugge.
La comunità sembra incapace di prevenire i conflitti e di trovare soluzioni per quelli in corso. “Il Consiglio di Sicurezza è rimasto paralizzato in molte situazioni cruciali”, ha denunciato Guterres. E le risposte umanitarieche le Nazioni unite sono in grado di mettere in campo non sembrano più sufficienti per fronteggiare emergenze di simili proporzioni, soprattutto nel momento in cui queste si tramutano in fenomeni strutturali.
Basti pensare a tutte le crisi mai risolte, sclerotizzate, le cui conseguenze continuano a far sentire il loro peso in termini umanitari.Ancora oggi Pakistan e Iran danno riparo a due milioni e mezzo di rifugiati afghani e, a livelo globale, il numero di quanti sono riusciti a rientrare nel paese d'origine non è mai stato basso. Cresce anche il numero dei richiedenti asilo, con 1.1 milioni di domande e aumenta enormemente la quota dei minori non accompagnati che tentano la sorte imboccando una delle numerose strade della migrazione forzata.
L’86 % dei rifugiati e dei richiedenti asilo, ricorda Guterres, vive nei paesi in via di sviluppo. Sono i paesi poveri a sobbarcarsi, ancora una volta, il peso umanitario delle crisi. L’Asia e il Pacifico contano il numero di rifugiati più elevato, con 3.5 milioni di persone, 2.9 milioni trovano rifugio nell’Africa Sub - sahariana e 2.6 milioni nel Nord Africa e in Medio Oriente.
A livello Europeo è la Germania a detenere il record di domande d’asilo, superando anche i numeri registrati negli Stati Uniti. Nel 2013 ne sono state 109.600, con un aumento del 70% sull’anno precedente. 

Photo: UNHCR

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