Il costo per un viaggio della speranza...





Di stefano iannaccone 

Una bottiglietta d'acqua a bordo dei barconi costa 100 dollari. Ecco il meccanismo infernale della "tratta dei migranti".


Il costo della disperazione varia dai 1.000 ai 2.500 dollari. Questo è il range della cifra che i migranti sono costretti a pagare per scappare dalla povertà e cercare l’approdo in Italia, sfidando la morte durante la traversata sui barconi della speranza. O che sarebbe meglio definire della miseria.
Karim El-Hamdi, tunisino di 33 anni, ha spiegato come funziona il traffico di esseri umani, dopo essere stato arrestato dalla Marina militare italiana a Pozzallo durante l’operazione Mare Nostrum. Il Daily Beast ha riportato la sua versione, che lascia emergere particolati agghiaccianti.
Il prezzo del “viaggio” varia in base alle esigenze: c’è la prima, la seconda e addirittura la terza classe. Tuttavia i presunti “comfort” sono allestiti su imbarcazioni giudicate inadatte alla navigazione per la pesca. Di fatto sono illegali già i gommoni.
I trafficanti hanno quindi una sorta di listino prezzi, deciso a monte dai capi delle organizzazioni criminali che organizzato il traffico dei migranti. Lo scafista ha rivelato che il meccanismo è sostanzialmente stesso di quelle delle compagnie aeree low cost, tenute presente le ovvie proporzioni. A bordo, insomma, si paga tutto. Una bottiglietta d’acqua costa 100 euro così come una scatoletta di tonno. Inoltre, l’uso di un telefono per poco tempo (massimo due minuti) richiede la somma aggiuntiva di 300 dollari.
I bambini senza genitori possono salire a bordo solo con un sovrapprezzo di 1.500 dollari, una sorta di “assicurazione” per lo scafista che rischia l’accusa di rapimento di minore, nel caso in cui venisse scoperto dalle autorità. Le coperte devono essere pagate almeno 200 dollari, indipendentemente dalle loro condizioni. Un altro aspetto terrificante riguarda i 150 dollari aggiuntivi da pagare per le donne incinte.
Il quadro tratteggiato da Karim El-Hamdi è quello di un mercato della disperazione, che sfrutta il terrore di migliaia di persone. La guerra civile in Siria (qui un articolo sui dati più recenti relativi al numero di vittime) ha spinto la popolazione civile alla fuga: in molti preferiscono rischiare la morte in mare invece di trovarla di sicuro nel proprio Paese, dove le atrocità sono all’ordine del giorno. Da gennaio gli sbarchi sono perciò aumentati dell’800% rispetto all’anno precedente. E con l’estate il problema è destinato ad acuirsi: secondo le stime almeno 800mila persone cercheranno di scappare sulle coste italiane. Con i trafficanti che potrebbero aggiornate il listino prezzi, vista la grande richiesta.
(Il Journal)

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