I ragazzini siriani rapiti dall’Isis per diventare kamikaze...





186 ragazzini, il 30 maggio scorso, sono stati rapiti da un gruppo di militanti dell'Isis, forzati a seguire un addestramento per diventare possibili kamikaze.

L'Ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) denuncia il rapimento di 186 ragazzi siriani curdi, di età compresa tra i 14 e i 16 anni, prelevati, il 30 maggio scorso, mentre tornavano alla loro città, Kobani, da Aleppo, dov'erano andati per sostenere gli esami scolastici di fine anno previsti dall’ordinamento didattico siriano.
I rapitori sarebbe un gruppo di miliziani dell'Isis, Miliziani dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante, lo stesso gruppo che sta avanzando in Iraq. 
Stando a quanto si legge sulle pagine di The Guardian, il viaggio di andata ad Aleppo, si era concluso senza intoppi, ma mentre il convoglio tornava verso Kobani, ecco l'assalto. I miliziani dell'Isis hanno fermato il convoglio di autobus su cui viaggiavano i ragazzi, hanno separato i maschi dalle femmine e hanno condotto i 1866 ragazzini verso un edificio scolastico diMinbej, dove la maggior parte di loro si trova ancora. Si sa quindi dove si trovino i giovani, ma nessuno, al momento, ha ancora fatto qualcosa.
The Guardian ha riportato il racconto di Mustafa Hassan, uno dei ragazzini rapiti che, insieme ad un altro compagno di scuola, è riuscito a scappare quattro giorni dopo il sequestro.
Si legge: "Ci hanno chiesto se volevamo entrare a far parte dell’Isis ma non lo ha fatto nessuno. Se uno degli studenti faceva rumore o casino, veniva picchiato con dei fili elettrici. Circa dieci ragazzi venivano picchiati ogni giorno, ma la maggior parte si comportavano bene per non essere puniti. Alcuni piangevano, altri sono diventati gialli per la paura. Ci hanno fatto vedere un documentario girato in Iraq che mostrava persone che venivano uccise".
Mustafa e il suo compagno sono riusciti a scappare grazie all'aiuto degli altri ragazzi che hanno cercato di distrarre le guardie facendo rumore; mentre i miliziani erano occupati a riportare l'ordine, i due hanno scavalcato la recinzione e sono corsi via. Hanno chiesto aiuto ai negozianti del paese in cui erano stati sequestrati, fino a quando qualcuno non ha permesso loro di telefonare a casa.
"I combattenti dell'Isis ci facevano paura. – racconta Mustafa – C'erano molti stranieri. Russi, ceceni, libici. Alcuni dell'Arabia Saudita, e anche siriani". 
La paura dei genitore degli scolari è che i giovani vengano sottoposti a un vero e proprio lavaggio del cervello per poi essere usati come attentatori suicidi. Una possibilità, questa, confermata anche dall'associazione Human Rights Watch: ai ragazzi, infatti, verrebbero impartiti addestramento militare e educazione islamica.
Secondo la Cnn, l'Isis avrebbe chiesto il rilascio di alcuni suoi militanti in cambio della libertà dei bambini. Ci sarebbe già un contatto tra i miliziani Isis e le milizie curde, ma per l'assenza di una comunicazione diretta tra le due parti in molti hanno chiesto l'intervento della comunità internazionale. Per ora, la risposta ancora non è arrivata. 
I miliziani jihadisti dell'Isis, che hanno lanciato un'offensiva nel Nord dell'Iraq, controllano vaste regioni anche nel Nord della Siria e puntano a formare un Califfato islamico transnazionale.

Sempre alla fine di maggio l'Isis ha rapito anche altri 193 civili curdi di età compresa tra i 17 e i 70 anni nella cittadina di Qubasin, nella provincia di Aleppo.
(Articolo Tre)

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