SIRIA. Beirut chiude le porte ai rifugiati palestinesi...
AP Photo/Mohammed Zaatari
Il governo libanese stabilisce nuovi requisiti per entrare: da oggi quasi impossibile per i palestinesi in fuga dalla guerra civile trovare rifugio nel Paese dei Cedri. Una politica di esclusione che ha radici lontane.
di Chiara Cruciati – Il Manifesto
Roma, 10 maggio 2014, Nena News – Il Libano sbatte la porta in faccia ai rifugiati palestinesi in fuga dalla Siria. La nuova politica del governo di Beirut è stata ufficializzata, tra le reazioni indignate delle associazioni per i diritti umani. Da oggi sarà quasi impossibile per un profugo palestinese in fuga dalla guerra civile siriana (rifugiato due volte) trovare riparo nel Paese dei Cedri.
Le nuove misure sono state rese note dal ministro dell’Interno, Nohad al-Mashnuq: a chi si presenterà al confine di Masnaa non saranno rilasciati visti di ingresso, se non della durata di 24 ore, giusto il tempo per raggiungere l’aeroporto di Beirut e volare verso altri lidi. E chi è già in Libano? A loro – 52mila persone che si aggiungono al milione di profughi siriani e ai 450mila palestinesi in Libano dal 1948 – non sarà rinnovato il permesso di soggiorno. Unico modo per entrare sarà attraverso un visto di ingresso rilasciato dall’ambasciata di Beirut a Damasco, allegato ad un permesso di soggiorno da uno a tre anni. Una trafila che, nella sostanza, chiude le porte del Libano a chi fugge dal conflitto.
Mashnuq respinge le accuse: «Nessuno impedisce ai palestinesi rifugiati in Siria di entrare in Libano. Sono solo stati previsti deirequisiti per organizzare meglio il processo di ingresso».
La decisione del governo giunge a pochi giorni dalla deportazione di 41 palestinesi, arrestati all’aeroporto di Beirut e rispediti in Siria perché accusati di essere in possesso di documenti falsi. Una decisione che non è l’eccezione in Libano, dove la campagna anti-palestinese va rafforsandosi di ora in ora e ha radici lontane: Beirut non ha mai riconosciuto la cittadinanza libanese ai profughi del 1948, impedisce loro di accedere a determinate professioni, sposare cittadini libanesi e acquistare proprietà private fuori dai campi profughi.
E a chi è arrivato dalla Siria negli ultimi tre anni il governo non ha fatto sconti: 17 dollari per una settimana di visto, 230 per tre mesi. Chi il denaro non ce l’aveva ha girato i tacchi ed è tornato in mezzo all’inferno siriano dove la comunità palestinese è uno dei principali target di regime e opposizioni. Basti pensare al campo di Yarmouk, sotto assedio interno ed esterno: cento morti per denutrizione, in una casa che si è fatta prigione.
(Nena News)
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