Nigeria, Boko Haram fa strage: 129 morti...
Nel Nordest della Nigeria "siamo in guerra". Venerdì la presidenza del Paese lo aveva per la prima volta ammesso con un comunicato ufficiale. E nella notte tra sabato e domenica i fondamentalisti islamici Boko Haram lo hanno testimoniato per l'ennesima volta con i fatti. Una strage dopo l'altra, prima a Maiduguri, capoluogo dello Stato di Borno, poi a Mainok, cittadina a non molti chilometri di distanza, con un bilancio di un centinaio di morti e decine di feriti.
Venerdì il comunicato della presidenza aveva definito l'insurrezione dei Boko Haram nel nord-est una "situazione di guerra". Ma nonostante lo stato d'emergenza in atto dallo scorso maggio e l'offensiva militare scatenata dal governo centrale, sabato i terroristi legati ad al-Qaida - che nel nord-est vogliono instaurare la Sharia (la legge islamica) - hanno colpito con clamorose operazioni, massacrando civili indifesi, uomini, donne, bambini.
Un primo attentato, avvenuto in due tempi, ha devastato un'affollata zona residenziale diMaiduguri: nessuna pietà per la popolazione a maggioranza musulmana, benché proprio qui sia nata nel 2009 l'organizzazione armata islamica Boko Haram. È stato colpito il quartiere di Gomari, sulla strada che collega questa città a Damaturu, capoluogo del vicino Stato di Yobe, anch'esso in stato d'emergenza. Secondo gli abitanti, a distanza di pochi minuti l'una dall'altra due deflagrazioni hanno fatto strage tra i fedeli che si preparavano a partecipare alla preghiera serale. L'esplosivo era nascosto in due vecchie camionette abbandonate: il maggior numero di morti e feriti (oltre 50 secondo le ultime stime, ma sotto le macerie potrebbero esserci altre vittime) si è avuto quando il secondo veicolo è saltato in aria tra le molte persone accorse per prestare soccorso dopo la prima deflagrazione.
Neanche un'ora dopo l'altro sanguinoso attacco. A una cinquantina di chilometri di distanza, nella località di Mainok, sempre mentre gli abitanti si stavano dedicando alla preghiera serale. Decine di uomini a bordo di pick-up 4X4 attrezzati con mitragliatrici e lanciarazzi, armati di bombe a mano e kalashnikov, con indosso tute militari, sono piombati nella cittadina sparando alla cieca e appiccando il fuoco a negozi, bancarelle e abitazioni. "Hanno distrutto tutto. Abbiamo già sepolto 39 persone", ha raccontato un sopravvissuto, aggiungendo che molti tra i feriti sono in condizioni critiche.
I massacri di civili nel nord-est della Nigeria da oltre un mese sono ormai quasi quotidiani. A farne le spese sono soprattutto i musulmani che vivono in maggioranza nel nord di questo enorme e ricco Paese abitato da circa 170 milioni di persone (i cristiani sono soprattutto nel sud). Sono già oltre 300.000 gli sfollati che hanno abbandonato le loro case per fuggire al di là delle frontiere, soprattutto in Camerun. Secondo le Nazioni Unite, almeno la metà di questi profughi sono bambini.
Primo produttore di petrolio e più popoloso Paese dell'Africa, in Nigeria ormai da più di quattro anni spadroneggia il terrorismo degli islamisti di Boko Haram. E il Paese sempre più si confronta con scarso successo con enormi sfide contro - come ha sintetizzato il presidente Goodluck Jonathan - insicurezza, povertà e corruzione.
(Avvenire.it)
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