Il papa: «Le crociate? Ci hanno fatto male» Francesco: «Prego per la gente della Siria»...





Le crociate sono state un peccato. Papa Francesco lo ha spiegato durante un'intervista ai giovani belgi trasmessa da una televisione di lingua fiamminga di cui la sala stampa vaticana ha diffuso il 5 aprile una trascrizione. «Se tu vai con la tua fede come una bandiera, come le crociate, e vai a fare proselitismo, quello non va. La strada migliore è la testimonianza, ma «umile», senza «trionfalismo»: «quello è un altro peccato nostro, un altro atteggiamento cattivo». «Gesù», ha aggiunto il pontefice, «non è stato trionfalista».
«PREGO PERCHÉ HO BISOGNO». Il pontefice poi ha spiegato come affronta la preghiera. «Prego, perché ho bisogno. Questo lo sento, che mi spinge, come se Dio mi chiamasse per parlare» e «prego per le persone, quando io trovo persone che mi colpiscono perché sono malate o hanno problemi, o ci sono problemi, per esempio la guerra».
«IN SIRIA MORTI DI FAME». «Oggi», ha spiegato il Papa, «sono stato con il nunzio in Siria, e mi ha fatto vedere le fotografie… e sono sicuro che oggi pomeriggio pregherò per questo, per quella gente… Mi hanno fatto vedere fotografie di morti di fame, le ossa erano così… in questo tempo, io questo non capisco, quando abbiamo il necessario per dare da mangiare a tutto il mondo, che ci sia gente che muore di fame, per me è terribile! E questo mi fa pregare, proprio per questa gente».
«FARSI GUARDARE DA DIO». «La preghiera, ha spiegato Bergoglio, è farsi guardare da Dio. «Come prego... Tante volte prendo la Bibbia, leggo un po', poi la lascio e mi lascio guardare dal Signore: quella è l'idea più comune della mia preghiera. Mi lascio guardare da Lui. E io sento, ma non è sentimentalismo, sento profondamente le cose che il Signore mi dice».
«A VOLTE SENTO IL VUOTO...». «Alcune volte», ha aggiunto Bergoglio, «non parla… niente, vuoto, vuoto, vuoto… ma pazientemente sto lì, e così prego… Sono seduto, prego seduto, perché mi fa male inginocchiarmi, e alcune volte mi addormento nella preghiera… È anche una maniera di pregare, come un figlio con il Padre, e questo è importante: mi sento figlio con il Padre».
Sabato, 05 Aprile 2014
(Lettera 43)

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