Siria, nuovo attacco chimico contro un villaggio Ci sarebbero due morti e 100 feriti. Scambio reciproco di accuse governo-ribelli...
di Marta Serafini
Governo siriano e ribelli denunciano un nuovo attacco chimico in un villaggio in Siria e si accusano a vicenda. La tv di Stato accusa il Fronte al Nusra (il fronte di jihadisti nato in Siria alla fine del 2011) di aver usato gas cloro a Kfar Zeita nel centro della Siria, causando due morti e oltre 100 feriti.
Gas cloro
La Cns, il principale gruppo di opposizione siriana sostenuto dall’Occidente, riferisce di decine di feriti; la tv di Stato siriana, invece, parla di due morti e oltre 100 feriti accusando dell’attacco con gas clorino il Fronte al-Nusra, gruppo legato ad al-Qaeda che combatte a fianco dei ribelli. La tv inoltre accusa al Nusra di star preparando altri attacchi nella provincia di Idlib a Nord, senza però citare alcuna fonte. L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce di persone soffocate e con evidenti problemi respiratori. Lo scorso agosto un attacco chimico fu compiuto nel sobborgo di Ghouta di Damasco e uccise centinaia di persone. Allora gli Stati Uniti accusarono il governo siriano e si sfiorò un attacco aereo occidentale contro la Siria; Damasco però nega, accusando a sua volta i ribelli di essere responsabili della strage di Ghouta.
Pesticidi
Secondo il Guardian, inoltre, l’opposizione siriana ha accusato nei giorni scorsi il regime di aver usato armi chimiche in almeno tre attacchi dallo scorso gennaio. Il giornale britannico riferisce che un alto funzionario della difesa israeliana ha affermato che i nuovi attacchi chimici si sono verificati nei sobborghi di Damasco. Un gruppo di ribelli di Harasta aveva parlato di almeno tre morti e decine di feriti alla fine di marzo. Secondo la fonte israeliana non si tratterebbe di sarin o gas mostarda ma di una sostanza industriale come i pesticidi. Anche la Gran Bretagna, prosegue il Guardian, ha annunciato un’inchiesta sulle denunce dell’opposizione. L’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, impegnata nella distruzione dell’arsenale chimico siriano, ha detto che indagherà sui nuovi episodi se lo chiederà uno degli Stati firmatari della Convenzione che mette al bando l’uso dei gas letali
Lo smantellamento dell’arsenale
Nei giorni scorsi le autorità siriane hanno ripreso le operazioni di trasferimento fuori dal Paese dei propri arsenali chimici da distruggere: lo ha reso noto l’Organizzazione per la messa al bando delle Armi chimiche (Opac). In tal modo è ancora possibile che venga rispettato il calendario previsto, con il limite massimo del 30 giugno per l’uscita dalla Siria di tutti gli agenti chimici. Secondo i dati forniti dall’Opac sono già stati fatti uscire dal Paese il 29,5% degli agenti di categoria 1, i più pericolosi, e l’82,6% di quelli di categoria 2, pari al 45,6% del totale. Da notare che tra gli agenti di categoria 1 è compreso l’intero stock di gas mostarda, l’unica arma chimica in condizioni operative a disposizione delle forze armate siriane.
(Corriere della Sera Esteri)
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