Elif Shafak: "Diritto di parola essenziale, questa in Turchia non è democrazia"..
La scrittrice: sbagliato proibire le opinioni, sono rimasta scioccata quando ha saputo del blocco totale di Twitter
di MARCO ANSALDO"QUESTO divieto è assolutamente inaccettabile. Fa a pugni con i diritti fondamentali e la libertà di parola. In quanto scrittrice, le parole per me sono importanti. E parole e opinioni non possono essere proibite dall'alto. Noi turchi, giovani inclusi, donne, minoranze, meritiamo a una democrazia migliore, più matura". Elif Shafak è l'autrice femminile più nota della Turchia. Ha scritto 9 romanzi (di cui 5 tradotti in Italia da Rizzoli, fra cui "La bastarda di Istanbul"), e soprattutto ha più di un milione e mezzo di follower su Twitter. A Repubblica
dice di essersi sentita "scioccata" quando ha saputo del blocco totale dei 140 caratteri nel suo Paese.
Ma l'odio del premier contro i social network è una storia che dura dal giugno scorso, dalla rivolta al Gezi Park di Istanbul.
"Due sere fa il premier Erdogan ha detto in un discorso pubblico che intendeva "spazzare via" Twitter. Non ci aspettavamo però che sarebbe andato avanti. In passato aveva disapprovato l'uso dei social media. Adesso la gente è preoccupata che possa toccare a YouTube e Facebook ".
Comunque c'è chi si è sùbito opposto, dal capo dello Stato Gül, al vice premier Bulent Arinc, a moltissimi follower in tutto il mondo. Una reazione veemente, no?
"Qui più di 12 milioni di persone usano Twitter. I social media sono forti. Come fermarli? Il divieto non solo è inaccettabile, ma anche inattuabile in quest'èra digitale. La gente ha trovato sùbito un sistema alternativo. Così il numero di tweet postati non è diminuito affatto. Anzi, l'opposto. E l'hashtag "Turkeybannedtwitter" è diventato un topic mondiale".
Su Ankara piovono critiche da Usa, Ue, organizzazioni. La democrazia della Turchia è sotto tiro?
"La Turchia ha bisogno urgente di comprendere il valore della democrazia, la libertà di stampa, la separazione dei poteri, il ruolo della legge. Ci siamo trasformati in una nazione arrabbiata dove la gente tratta gli altri come se venissero da pianeti diversi. Siamo divisi in ghetti culturali. Ci siamo polarizzati e frammentati come mai. La democrazia non èsoltanto l'urna elettorale. Democrazia è anche cultura. È qui che cadiamo".
C'è chi parla di scivolamento verso la dittatura. E lei?
"Le tensioni attuali sono molto allarmanti. Soprattutto la crescita di paura e paranoia, e il calo della tolleranza per l'Altro. Comunque, la Turchia non è un Paese isolato. Molta gente è collegata globalmente: loro sanno di meritare una democrazia migliore".(R.it Esteri)
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