Crisi ucraina, il G7: la Russia si fermi...
Nel giorno in cui il premier ucraino ad interim Arseniy Yatsenyuk viene ricevuto a Washington dal presidente americano Barack Obama, s'inasprisce ulteriormente la tensione tra l'Occidente e Mosca per la crisi in Crimea, reduce dalla proclamazione d'indipendenza da Kiev e in procinto di recarsi alle urne, domenica 16 marzo, per un referendum sull'ingresso nella Federazione Russa il cui esito appare scontato.
Il capo della Commissione Ue, José Manuel DuraoBarroso, e il presidente del Consiglio Europeo, Herman van Rompuy, hanno preannunciato che il G7 e la stessa Unione Europea intimano al Cremlino di "fermare ogni sforzo per annettere" la penisola ribelle. Poi, attraverso un comunicato diramato dalla Casa Bianca, ancora G7 e Ue hanno messo in chiaro che alla consultazione referendaria non sarà riconosciuto alcun "valore legale", trattandosi di una violazione dell'ordinamento dell'Ucraina e persino del diritto internazionale.
I secessionisti però non si fermano, e i loro referenti russi neppure: il primo ministro della Crimea, Serghei Aksyonov, ha infatti avvertito che nel giorno in cui si andrà alle urne lo spazio aereo sulla penisola sarà chiuso "per motivi di sicurezza", mentre fin d'ora sono stati "parzialmente" limitati i voli diretti all'aeroporto della capitale, Sinferopoli, onde evitare l'arrivo di "provocatori". Aksyonov ha quindi anticipato l'intenzione di nazionalizzare le unità navali di Kiev all'ancora nel porto di Sebastopoli, che ospita anche il quartier generale della Flotta russa del Mar Nero. "Non le lasceremo partire, le terremo qua", ha avvertito. Non solo: stessa sorte seguiranno altri beni primari esistenti sul territorio, quali per esempio i "giacimenti minerari" e le "centrali elettriche a energia solare". Ha infine riferito che gli era stato offerto da Kiev l'incarico di vice di Yatsenyuk, ma di aver rifiutato.
Dal canto suo Mosca ha fatto sapere che lo svolgimento del referendum in Crimea sarà monitorato da almeno 25 deputati della Duma, la camera bassa del Parlamento russo, e che analoga missione sarà allestita dal Consiglio della Federazione, la camera alta su basi regionali. Iniziative che stridono con la decisione delle autorità locali di non permettere l'ingresso in Crimea agli osservatori dell'Osce, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.
Intanto prosegue il lavoro della diplomazia internazionale: il segretario di Stato Usa, John Kerry, incontrerà il suo collega russo, Serghei Lavrov, venerdì a Londra. "Offriremo una serie di opzioni a Lavrov e, attraverso di lui, le offriremo a Putin, nella speranza mia e del mondo intero che saremo in grado di trovare una via d'uscita"...
(Avvenire.it)
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