Siria. Un appello a non tagliare la corda...





Mentre la guerra civile non accenna a fermarsi, i rifugiati siriani sono sempre di più: per la fine del 2014 potrebbero superare la cifra record di 4 milioni. L’appello umanitario di governi, Ong e Nazioni Unite. 


Oltre 2 milioni di persone sono fuggite dalla Siria dall’inizio del conflitto nel 2011. Si tratta del più grande esodo di profughi della storia recente. Un esodo che nell’arco dei prossimi 12 mesi è destinato ad aggravarsi.
Secondo il Syria Regional Response Plan (RRP) pubblicato a inizio gennaio, redatto da oltre 100 organizzazioni internazionali governative e non, agenzie Onu incluse, per la fine del 2014 i rifugiati siriani saranno più di 4 milioni.
Un dato che da solo indica lo stato di emergenza che riguarda non solo la Siria, ma anche i paesi circostanti – Turchia, Giordania, Libano, Giordania e Iraq – che in 3 anni di conflitto hanno già accolto circa 2,2 milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case. E che nel corso del prossimo anno probabilmente raddoppieranno, con inevitabili conseguenze alle quali bisogna prepararsi. 
E’ questo dunque il senso dell’appello RRP. Pur riconoscendo la preziosa assistenza e collaborazione di tutti gli attori umanitari coinvolti nell’accogliere fino ad ora i rifugiati, il piano lancia un appello a raddoppiare gli sforzi.
Per far fronte all’emergenza dei prossimi 12 mesi, che rischia di fare dei siriani la più grande popolazione di rifugiati al mondo, occorrono personale, strumenti e azioni immediate per un totale di 4,2 miliardi di dollari.
Sono tante le aree di intervento sulle quali è stata posta la priorità. Prima di tutto la salute, con la ricomparsa , dopo decenni di assenza, della poliomelite definita un’ “emergenza pubblica globale” che si ripercuote maggiormente sui soggetti più vulnerabili.
Donne e bambini, che inoltre necessitano di un’attenzione specifica legata in particolare a due problematiche: la violenza di genere e l’educazione.
“Troppe donne, ragazze e bambine sono affette ogni giorno da violenze di ogni tipo, vengono forzate al matrimonio o costrette a ‘servire’ come oggetto sessuale”, sottolinea l’Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite, António Guterres, che firma l’appello introduttivo dell’RRP.
Per quanto riguarda i minori, che nel dicembre 2014 potrebbero rappresentare il 50% del totale dei rifugiati, Guterres sottolinea il rischio che la crisi siriana possa produrre una “generazione perduta”, dato che “centinaia di migliaia di bambini non stanno avendo l’opportunità di dedicarsi ad attività di studio e ricreative”.
Ad oggi sono già state distrutte 1.900 scuole in Siria, privando di un luogo di educazione  oltre  1,9 milioni di persone.
Un altro aspetto preoccupante dell’emergenza siriana è inevitabilmente quello economico. Secondo l’RRP in Siria oltre metà della popolazione vive al di sotto o al limite della soglia di povertà. L’inflazione, in una simile situazione di scarsità di risorse, in alcune aree equivale al 100% e, secondo il World Food Programme, il prezzo di beni primari come olio, riso e lenticchie è aumentato del 60%. 
Un’altra priorità assoluta, non meno importante delle precedenti, è l’accesso all’asilo politico e alla protezione umanitaria per tutti coloro che da questa crisi stanno fuggendo.
Il richiamo all’Europa, oltre che a tutti i paesi in cui sono state presentate richieste di asilo, risuona d’obbligo nelle parole dell’appello. Dal 2011 ad oggi, infatti, i paesi europei hanno accordato soltanto a 12mila persone lo status di rifugiato...
(Osservatorio Iraq )

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