Siria: il mediatore Brahimi chiede alle parti impegni sul fronte umanitario...




Siria. Il mediatore di Onu e Lega Araba, Brahimi, non vuole perdere quei pochi risultati positivi raggiunti dalla Conferenza di pace internazionale Ginevra 2 e cerca di portare avanti un difficile dialogo a distanza tra governo di Damasco e fronte dei ribelli sul tema umanitario. Ma intanto sul terreno non si frenano le violenze.
“Rimetteremo sul tavolo delle discussioni la dichiarazione di Ginevra”: Lakhdar Brahimi è deciso ad andare avanti, dopo il flop della giornata di ieri, cominciata con il rifiuto delle due parti a parlarsi e finita con lo sfumare dell’unico accordo fino ad ora raggiunto tra ribelli e opposizione – ovvero l’evacuazione di donne e bambini da Homs, la città assedita da oltre 10 mesi. Il regime infatti ha chiesto “garanzie” ai ribelli sul corridoio umanitario. Questi ultimi vogliono la certezza che nessuno verrà arrestato. Nonostante l’accordo di oggi sia in agenda, di certo non lo sarà l’argomento “prigionieri politici”. Per di più, paradossalmente, è stato rimandato per la sesta volta il dossier del giornalista Mazen Darwish, la cui moglie tre giorni fa a Ginevra aveva lanciato un appello per la sua liberazione. Sul terreno intanto la situazione peggiora: il freddo, la mancanza di viveri e di assistenza colpiscono le zone sotto assedio. Mentre il quotidiano israeliano Haretz rivela che due giorni fa l’aviazione di Tel Aviv ha bombardato la base militare di Latakia, sulla costa siriana.

del sito Radio Vaticana 

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