Siria, al Qaeda rivendica il rapimento dei medici Msf Per l'organizzazione terroristica sono spie. Chiusi due ospedali....
Al Qaeda in Siria ha rivendicato il rapimento di cinque operatori di Medici senza frontiere (Msf), quattro europei e un peruviano, avvenuto il 3 gennaio nel Nord Ovest del Paese, sostenendo che si tratta di «spie».
In un comunicato in arabo diffuso l'8 gennaio, la cui autenticità non può essere verificata in modo indipendente, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, gruppo qaedista attivo nel Nord e nell'Est della Siria, ha riferito di aver deciso «la chiusura dei due ospedali (da campo) di Yamdiya e Birnas», tra le regioni di Idlib e Latakia, e «l'arresto dei medici europei, perché questi conducevano attività di spionaggio, in particolare nei confronti dei combattenti per il jihad». Secondo quanto si è appreso, tra i quattro europei figurano uno svizzero, un danese e una infermiera belga di circa 30 anni.
In un comunicato in arabo diffuso l'8 gennaio, la cui autenticità non può essere verificata in modo indipendente, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, gruppo qaedista attivo nel Nord e nell'Est della Siria, ha riferito di aver deciso «la chiusura dei due ospedali (da campo) di Yamdiya e Birnas», tra le regioni di Idlib e Latakia, e «l'arresto dei medici europei, perché questi conducevano attività di spionaggio, in particolare nei confronti dei combattenti per il jihad». Secondo quanto si è appreso, tra i quattro europei figurano uno svizzero, un danese e una infermiera belga di circa 30 anni.
Mercoledì, 08 Gennaio 2014
(Lettera 43)
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