NAVI DEI VELENI SIRIANE / Scopelliti dopo l’incontro col governo: rassicurati. Ma Al Jazeera e WSJ parlano di pericoli...



“Al Jazeera” le definisce sostanze tossiche pericolose, anticipando la presenza sulla nave di 1300 tonnellate di agenti chimici e soprattutto del gas nervino tossico Sarin, che provoca morte per inalazione o contatto, per cui neanche una maschera antigas potrebbe proteggere da questo veleno.
Mentre il “Wall Street Journal” citando fonti del Pentagono, svela che la Cape ray è stata varata nel 1977 e mai utilizzata per operazioni di questo calibro: inoltre non è provvista di doppio scafo per cui necessiterebbe di operazioni di rinforzo per dotarla di comparti stagni, al fine di evitare la pericolosa fuoriuscita dei materiali chimici.
La forte Francia e persino la più debole Albania rifiutano di ricevere il carico, la Regione Sardegna tramite una lettera aperta al Governo da parte del Governatore Ugo Cappellacci, nel mese di dicembre negò l’accesso della nave sulle coste sarde. Gli Stati Uniti dichiarano che le sostanze non toccheranno il suolo americano, sembra che la comunità internazionale sia abbastanza decisa nel condannare quest’operazione come altamente pericolosa se non mortale.
Ma allora come è possibile che il Governatore calabrese Giuseppe Scopellitti possa sentirsi rassicurato dalle parole del Premier Enrico Letta? Letta ha convocato oggi, 21 gennaio, a palazzo Chigi, il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, i sindaci dei Comuni di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, e di San Ferdinando, Domenico Madafferi, il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi, il comandante della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, Davide G. Barbagiovanni Minciullo, e l’amministratore delegato di Mct, Domenico Bagalà per chiarire sulle operazioni di trasbordo delle sostanze chimiche, soprattutto dopo le accese proteste dei 33 sindaci della piana di Gioia Tauro, che proprio ieri, durante un assemblea svolta nel comune di San Ferdinando, hanno approvato un documento di denuncia. Le parole rassicuranti di Scopellitti al termine del colloquio sono state: “Le operazioni di trasbordo delle armi chimiche provenienti dalla Siria dureranno «dalle 8 alle 14 ore, al massimo 16. Il trasferimento dei container avverrà in mare, ha poi sottolineato, in un raggio di sicurezza che non coinvolge il territorio. Una indicazione molto utile per i cittadini, che dà serenità”.
Serenità? Forse, Scopellitti, dopo aver ricevuto vane promesse su un piano strategico sul rilancio economico del porto di Gioia Tauro, può sentirsi sereno. Il porto di Gioia Tauro è il più grande d’Europa per lo smistamento di materiali chimici, la grandezza del porto e la vastità delle operazioni di sbarco fanno sì che questo luogo detenga un altro triste primato, ovvero, quello della ricezione e lo smistamento di droghe e rifiuti.
Sulla somiglianza tra le sostanze trasportate dalla Cape Ray e i materiali trattati nella struttura marittima, Letta, dichiara : “ il carico da trasbordare da nave a nave senza sbarco a terra e senza stoccaggio è costituito da circa 60 contenitori da 20 piedi contenenti merci pericolose appartenenti alla classe 6.1 ( materie tossiche), classificate in base al Codice Internazionale. Si tratta di materiale appartenente alla medesima classe di materie tossiche trattate in via ordinaria nel porto di Gioia tauro”. Dunque, la motivazione principale sulla scelta del porto calabrese sta nella similitudine dei veleni trattati, nello specifico si tratta, come definito dalla portavoce della missione Opac, Sigrid Kaag, di due tipologie di agenti, denominati: Chemical One, ovvero, la parte più pericolosa del carico poiché consistente in armi finite, che saranno dirette in Gran Bretagna dopo la transizione dalla nave danese a quella americana, ed il Chemical Two, il lotto che giungerà sul suolo calabro, le sostanze chimiche sono separate dagli inneschi per cui una parte verrà smaltita in mare, la pirite, il composto principale, verrà sigillata in appositi contenitori e gettata in acqua.
Non c’è niente da fare. L’Italia deve fare la sua parte e la nave arriverà a metà febbraio, ormai Letta and company hanno già deciso, la delusione, post vertice governativo,del sindaco, Domenico Maddafferi , di San Ferdinando, comune interessato, al contrario di Scopellitti è tangente: ”Male, l’operazione la vogliono fare lo stesso, noi non barattiamo niente” , riferendosi alla zona economica promessa. La delusione è forte, perché il Governo non ha cercato i sindaci calabresi per un confronto? Sarà forse che la gestione del porto è affidata ad una società tedesca la Contship?
Ed è proprio in Germania, che le sostanze smaltite giungeranno per diventare prodotti industriali utilizzabili come fertilizzanti per le colture OGM. Nel porto arriveranno 500 militari, ma se l’operazione è simile alle altre già effettuate nel porto, che bisogno c’è di operai specializzati ed esercito? Nonostante, Letta, rassicuri sulla conformità delle operazioni alle norme internazionali, noi non possiamo che evidenziare come un’altra città del Sud venga denigrata ed umiliata, usata come discarica quotidianamente, ed ignorata per le decisioni più importanti.
Elena Lopresti
(Movimento di Insorgenza Civile)

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