Come si muove l’ISIS tra Iraq e Siria...

Fondato nel 2003 in Iraq, il gruppo di guerriglieri dello Stato Islamico in Iraq e Sol Levante, sta assumendo contorni molto pericolosi per la stabilità, inesistente, della zona mediorientale


Qualche giorno fa, in occasione della conquista della città di Falluja in Iraq da parte dei miliziani dell’ISIS, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Sol Levante – un’organizzazione sunnita legata ad al Qaeda –abbiamo pubblicato un post nel quale riportavamo l’intervista a Guido Steinberg, ricercatore presso l’Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza di Berlino. L’argomento, come leggerete, riguardava la crescita di un gruppo terroristico di grande rilevanza tanto in Siria quanto in Iraq, paese nel quale fino ad oggi Al Qaeda non aveva trovato terreno molto fertile.
Tutto ruota intorno all’eterno conflitto tra le due confessioni religiose più importanti dell’Islam: i sunniti e gli sciiti. I primi accusano i secondi di essere degli eretici rispetto alla dottrina originale che Maometto aveva predicato, i secondi dicono che i sunniti in questi anni hanno col loro atteggiamento favorito la nascita di sette estremamente fondamentaliste. La ricostruzione è qui naturalmente molto semplificata – molto meno a questo link – fatto sta che in questo momento i sunniti aderenti all’ISIS combattono i governi della regione che hanno una “colorazione” sciita. In primo luogo in Iraq, dove c’è una maggioranza sciita nella popolazione, ed in Siria dove Bashar al Assad appartiene alla setta degli alawiti molto vicina agli sciiti.
L’idea che guida quelli dell’ISIS è di fondare uno stato islamico sunnita in Siria e nel nord dell’Iraq. Nei luoghi dove hanno già ottenuto il potere, i capi dell’ISIS hanno imposto con la forza una straordinaria osservanza della sharia, la legge islamica.
La presa di Falluja ha dimostrato che questo gruppo ribelle è in grado di affrontare un esercito, almeno come quello iracheno che ancora non è preparato come si deve dopo la partenza degli americani e della missione internazionale. Ma anche che è in grado di creare grandi problemi in Siria dove i rapporti con gli altri gruppi di ribelli ad Assad, sono tutt’altro che rilassati per usare un eufemismo...
(Il Journal)

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