Quanti sono i rifugiati siriani in Europa...


Flavio Paioletti 

Siria. Guerra civile che dura da più di due anni. Chi resta vive con il terrore di incontrare la morte, che può colpire inaspettata e il più delle volte in forme molto cruente. Chi fugge abbandona la propria casa, la propria terra, gran parte degli averi e degli affetti: per un futuro migliore, o almeno scevro di violenza e brutalità. Ma sarà vero?
Antonio Gutierres, capo dell’agenzia ONU per i rifugiati, ha stimato che entro la fine del 2014 saranno più di 4 milioni i cittadini siriani in fuga dal paese: “Siamo di fronte a a quella che considero la crisi globale più pericolosa per la pace e la sicurezza dopo la Seconda Guerra Mondiale“. In pochi mesi, i siriani saranno il gruppo di rifugiati più vasto al mondo, arrivando a superare i 2,5 milioni di afghani sparsi nel globo.
Ma chi sta offrendo riparo e supporto a questa gente disperata? In primo luogo i paesi vicini, Turchia e Giordania in testa. E come scordarsi l’Europa, culla della civiltà umanistica, l’Europa dei popoli stretti attorno ai valori fondamentali di dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Neanche per sogno.
Credit: Reuters
Perché nell’Europa unita si gioca in un clima di “tutti contro tutti”: gli stati mediterranei, esposti ad elevatissimi flussi migratori (Italia, Spagna e Grecia) chiedono da tempo una revisione della politica di immigrazione, stanchi di dover sopportare da soli il peso di quella che avvertono come una invasione. I membri del nord, più ricchi e protetti, cercano di difendere la posizione privilegiata.
La civilizzata e culturalmente superiore Unione Europea ha messo a disposizione la bellezza di 12.000 posti per le vittime di una delle crisi umanitarie più gravi del momento. Considerando che la Germania da sola si è detta pronta ad ospitare circa 10.000 rifugiati, la matematica – e i documenti – ci raccontano che i restanti 27 paesi membri dell’Unione hanno offerto asilo a 2,340 siriani.
Il tutto condito da un inasprimento delle politiche accoglienza: i viaggi alla volta di Italia, Grecia e Bulgaria (tre dei quattro accessi dal Medio Oriente all’Europa) si concludono spesso con – rispettivamente – morti in mare, reimbarchi immediati e detenzioni coatte a lungo termine. Per non parlare del fortino spagnolo in terra africana di Melilla, protetto da un muro di lame e filo spinato (di cui abbiamo parlato approfonditamente qui).
Una vera vergogna che riflette il fallimento di un progetto politico che aveva negli ideali di pace, uguaglianza e prosperità condivisa i propri pilastri e che si è trasformato nel tempo in un condominio forzato di isterici e belligeranti che si battono per il piccolo interesse personale...
(SQUER.IT0

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