Bulgaria, un mese di attacchi xenofobi...
Chissà se la notte in cui l’hanno accoltellato, il 4 novembre, Alì ha pensato che, sì, forse avevano ragione i suoi aggressori: era meglio se rimaneva a casa sua. Sotto le bombe. Chissà se ha pensato che tanto valeva rischiare di morire a 17 anni quando un missile centra la tua abitazione in Siria piuttosto che di fronte a un centro per rifugiati a Sofia, la capitale della Bulgaria.
Degli oltre due milioni di rifugiati costretti a lasciare la Siria a causa di una guerra di cui non si vede la fine, una percentuale irrisoria è arrivata in Europa. In Bulgaria, è dello 0,45 per cento. Eppure ha colto del tutto impreparate le autorità. Un episodio di criminalità (l’accoltellamento di una donna da parte di un migrante irregolare algerino) è stato il pretesto per far esplodere la xenofobia.
Domenica notte, nel quartiere dell’ex raffineria dello zucchero, sono stati aggrediti altri tre siriani: a uno hanno rotto il naso, un altro lo hanno riempito di colpi alla testa e il terzo è riuscito a svincolarsi e a scappare. Gli aggressori erano otto secondo la polizia, 25 secondo testimoni oculari, armati di coltelli e tirapugni.
Così, il numero di attacchi xenofobi a Sofia è salito a sette in 30 giorni. Tra gli altri, oltre ai rifugiati siriani, sono stati aggrediti un ragazzo del Mali una donna del Camerun e un cittadino bulgaro di origini turche, in coma dal 9 novembre.
L’aumento del numero di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Bulgaria ha dato vita a una serie di proteste da parte di gruppi di vigilantes, che presidiano ormai stabilmente alcune zone di Sofia, come Pirozka Boulevard. Il partito ultranazionalista Ataka, che ha 23 seggi in parlamento, ha raddoppiato i consensi in due mesi.
La retorica anti-immigrazione è stata fatta propria anche dal ministro dell’Interno Tsvetlin Yovchev, che nel mese di ottobre ha dichiarato: “Non c’è un solo paese che abbia mai beneficiato dal fatto che ci sono rifugiati sul suo territorio”.
Il presidente e il primo ministro della Bulgaria hanno condannato la xenofobia.
Contemporaneamente, tuttavia, il governo ha annunciato misure per fermare l’ingresso dei rifugiati nel paese. Il ministro della Difesa Angel Naydenov ha promesso di adottare “provvedimenti molto seri” alla frontiera meridionale con Grecia e Turchia.
Proprio alla frontiera con la Turchia, c’è un centro d’accoglienza che di accoglienza ne fa ben poca: Harmanli, dove sono detenuti 1000 rifugiati. I rifugiati, molti dei quali in fuga dai conflitti armati di Afghanistan e Siria, sono trattenuti in container di metallo, tende ed edifici in rovina di un ex complesso militare.
Nonostante le condizioni agghiaccianti e il sovraffollamento, le autorità bulgare continuano ad ammassarvi altre persone, cui vengono forniti unicamente un materassino di gommapiuma e due coperte umide e sottili, materiale del tutto inadeguato a sopportare il clima gelido, considerando che i locali e le tende sono privi di riscaldamento.
Nel corso di una visita nel campo di Harmanli, Amnesty International ha trovato minori non accompagnati e donne incinte. Una di queste ultime, al sesto mese di gravidanza, dormiva su un materasso sul pavimento e non mangiava da due giorni.
Il campo di Harmanli è dotato di soli tre gabinetti e otto docce, che molti rifugiati rifiutano di utilizzare a causa della sporcizia. I detenuti non possono uscire dal campo in cerca di cibo e vengono alimentati con patate, riso e pane.
Alcuni rifugiati si trovano in queste condizioni da oltre un mese, senza poter incontrare un avvocato o un dirigente del campo che possa spiegargli cosa accadrà in seguito. Oltre alle associazioni per i diritti umani, si sta prendendo cura di loro l’ex campione di boxe Evander Holyfield. Ma né le une né l’altro hanno il potere di dare l’asilo politico.
Il direttore dell’agenzia statale per i rifugiati ha dichiarato ad Amnesty International che le autorità non registrano i richiedenti asilo “accomodati” ad Harmanli, i quali di conseguenza vengono privati del diritto a una procedura d’asilo.
Amnesty International ha chiesto alle autorità bulgare di adottare tutte le misure necessarie per fermare l’escalation di attacchi xenofobi e garantire, anche grazie al sostegno dell’Unione europea, un’accoglienza degna di questo nome ai richiedenti asilo e procedure adeguate per accertare le loro condizioni e fornire misure di protezione....
(AGORAVOX)
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