“Se fossi stato più grande l’avrei protetta col mio corpo”...

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Dal mio viaggio in Siria
Quando lo avvicino ha l’atteggiamento di un uomo che è stato disturbato nel suo lavoro, invece quello che ho davanti è un bimbo di otto anni. Il mio incontro con lui è stato davvero casuale.
Percorrevo con la mia guida una strada di Aleppo, scattando continuamente fotografie dal finestrino abbassato e riguardando ogni volta come era venuta la foto. Facendo zoom sull’ultimo scatto mi sono accorta di un dettaglio che non avevo visto: un bimbo intento a lanciare una pietra. Torniamo indietro nel punto che la guida ha subito riconosciuto. Scendiamo con l’immancabile sottofondo di spari,  esplosioni e il suono di qualche clacson. Il bambino è ancora lì. “In quella strada c’è un cecchino”, mi avverte.
Quando ci avviciniamo gli altri bambini che sono lì si allontanano. “Cosa stai facendo figlio mio?” – gli chiede l’uomo. “Non faccio nulla, voglio solo che quel criminale cada” – risponde il bambino. Ha l’espressione molto seria. “Guardalo, cecchino vigliacco, sta lassù nascosto sul tetto e spara sulle donne e i bambini. Se fosse un uomo scenderebbe”. Mentre parliamo il cecchino sta sparando, ma in un’altra direzione. E’ pericoloso stare lì. L’uomo che mi accompagna lo prende quasi di peso e ci allontaniamo verso un muro. Il bambino scalcia e poi piange.
“Non puoi tirar giù un cecchino con delle pietre, è pericoloso quello che fai” – gli dico. “Khale, se quel cecchino avesse ucciso tuo figlio cosa avresti fatto? Quell’assassino ha ucciso mia madre e il mio fratellino ieri. Mamma era uscita per portare mio fratello dal medico. Aveva la febbre da tanti giorni e non avevamo medicine. Nonna le ha detto di stare attenta, ma che se non veniva curato poteva morire. Lo ha avvolto in una coperta ed è uscita. Volevo accompagnarla, ma mi ha chiesto di rimanere a casa con la nonna e gli altri fratelli”.
Il bambino scoppia in lacrime; ripete che si sente in colpa, che se fosse stato grande l’avrebbe protetta lui col suo corpo e continua a giurare di voler tirare giù il cecchino lanciandogli pietre, per guardarlo negli occhi e chiedergli perché ha ucciso sua madre. Vengo a sapere che il bambino, il maggiore di 3 fratelli, è orfano di padre, rimasto ucciso durante una manifestazione. Vive con la madre e la nonna nella casa di quest’ultima, dopo che la loro casa e il loro quartiere sono diventati teatro di violenti scontri. Ora è rimasto orfano  di entrambi i genitori e dovrà fare da padre e madre ai suoi due fratellini. Quale futuro per questa generazione di bambini siriani?...

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