Siria, Obama aspetta il Congresso. Oggi veglia per la pace...
Al G20 di San Pietroburgo undici paesi firmano un documento contro Assad, ma Russia e Cina si oppongono al blitz. Incerto il voto al Parlamento Usa. Martedì il presidente lancerà un messaggio alla nazione. Giornata di preghiera a Piazza San Pietro...
Nessun accordo venerdì sera sulla Siria al G20 di San Pietroburgo, nonostante un faccia a faccia Putin-Obama. Il presidente americano insiste sulla necessità di punire Assad per l'uso di armi chimiche e incassa una dichiarazione di 11 paesi (fra i quali l'Italia) che condannano il regime e chiedono "una risposta forte". Russia e Cina rimangono però contrari all'intervento, e Putin annuncia che in caso di attacco sosterrà Damasco. Oggi, sabato 7 settembre, si tiene la giornata di preghiera e di digiuno per la pace in Siria indetta da papa Francesco.
Attesa per il voto del Congresso - Dopo aver incassato il no di Mosca e Pechino a un eventuale opzione militare in Siria, Barack Obama torna a Washington e si trova ad affrontare un difficile appuntamento parlamentare. Il presidente americano, infatti, oltre a dover convincere gli eletti repubblicani a votare a favore del blitz nel paese di Assad, non sembra poter contare sul totale appoggio di tutti i deputati democratici. Anche durante il volo di rientro da San Pietroburgo ha continuato a chiamare diversi parlamentari indecisi per convincerli sul sì al raid contro Damasco. Un eventuale bocciatura del congresso all'intervento in Siria, infatti, indebolirebbe politicamente in maniera irreversibile la Casa Bianca. Anche per questo Obama punta tutto su un messaggio alla Nazione in programma dallo Studio Ovale martedì 10 settembre, alla vigilia del 12/o anniversario delle Torri Gemelle.
Elettori americani contrari all'intervento - A rendere incerto l'esito del voto al Congresso è anche il sentimeno degli elettori americani verso un possibile attacco. Secondo un sondaggio Gallup, infatti, il tasso di approvazione verso un eventuale azione militare tra gli americani è il più basso di ogni altro intervento Usa all'estero negli ultimi 20 anni. Solo il 36 per cento degli interpellati, in una ricerca condotta il 3 e 4 settembre, si sono detti a favore di una azione militare per punire il regime siriano per l'uso di armi chimiche contro la popolazione, mentre il 53 per cento si sono detti contrari e il 13 per cento ancora indecisi. Allo stesso tempo, Gallup riferisce che nel 1991 la guerra del Golfo ebbe il sostegno del 62 per cento degli americani, nel 1999 quella in Kosovo del 43 per cento, nel 2001 quella in Afghanistan addirittura dell'83 per cento, e nel 2003 quella in Iraq del 59 per cento.
Giornata di preghiera per la pace - Gli occhi del mondo intanto sono puntati su piazza San Pietro dove sabato 7 settembre si svolgerà la giornata di preghiera e digiuno indetta da Papa Francesco per la pace in Medio Oriente. In Vaticano, a pregare insieme ai cattolici, ci saranno diversi esponenti del mondo arabo e musulmano. Oltre alle mani incrociate che recitano il rosario, nella piazza potrebbero spuntare tappeti arabi per le preghiere ad Allah. E dai territori in Terra Santa, i palestinesi hanno annunciato che si uniranno alla veglia a distanza. Le misure di sicurezza che scatteranno saranno adeguate all'evento. I dispositivi saranno simili a quelli utilizzati ogni mercoledi' in occasione dell'udienza del papa, ma saranno potenziati. Tutto sara' rimodulato in base ai numeri in piazza domani. Diverse ore prima sono previste bonifiche, durante le quali le forze dell'ordine saranno impegnate con controlli capillari in strada fino all'apertura di tombini e altri luoghi contro qualsiasi rischio. Resteranno costantemente attivi i portali metal detector, oltre ai dispositivi di controllo utilizzati anche "a mano'. ...
(Sky Tg24)
Nessun accordo venerdì sera sulla Siria al G20 di San Pietroburgo, nonostante un faccia a faccia Putin-Obama. Il presidente americano insiste sulla necessità di punire Assad per l'uso di armi chimiche e incassa una dichiarazione di 11 paesi (fra i quali l'Italia) che condannano il regime e chiedono "una risposta forte". Russia e Cina rimangono però contrari all'intervento, e Putin annuncia che in caso di attacco sosterrà Damasco. Oggi, sabato 7 settembre, si tiene la giornata di preghiera e di digiuno per la pace in Siria indetta da papa Francesco.
Attesa per il voto del Congresso - Dopo aver incassato il no di Mosca e Pechino a un eventuale opzione militare in Siria, Barack Obama torna a Washington e si trova ad affrontare un difficile appuntamento parlamentare. Il presidente americano, infatti, oltre a dover convincere gli eletti repubblicani a votare a favore del blitz nel paese di Assad, non sembra poter contare sul totale appoggio di tutti i deputati democratici. Anche durante il volo di rientro da San Pietroburgo ha continuato a chiamare diversi parlamentari indecisi per convincerli sul sì al raid contro Damasco. Un eventuale bocciatura del congresso all'intervento in Siria, infatti, indebolirebbe politicamente in maniera irreversibile la Casa Bianca. Anche per questo Obama punta tutto su un messaggio alla Nazione in programma dallo Studio Ovale martedì 10 settembre, alla vigilia del 12/o anniversario delle Torri Gemelle.
Elettori americani contrari all'intervento - A rendere incerto l'esito del voto al Congresso è anche il sentimeno degli elettori americani verso un possibile attacco. Secondo un sondaggio Gallup, infatti, il tasso di approvazione verso un eventuale azione militare tra gli americani è il più basso di ogni altro intervento Usa all'estero negli ultimi 20 anni. Solo il 36 per cento degli interpellati, in una ricerca condotta il 3 e 4 settembre, si sono detti a favore di una azione militare per punire il regime siriano per l'uso di armi chimiche contro la popolazione, mentre il 53 per cento si sono detti contrari e il 13 per cento ancora indecisi. Allo stesso tempo, Gallup riferisce che nel 1991 la guerra del Golfo ebbe il sostegno del 62 per cento degli americani, nel 1999 quella in Kosovo del 43 per cento, nel 2001 quella in Afghanistan addirittura dell'83 per cento, e nel 2003 quella in Iraq del 59 per cento.
Giornata di preghiera per la pace - Gli occhi del mondo intanto sono puntati su piazza San Pietro dove sabato 7 settembre si svolgerà la giornata di preghiera e digiuno indetta da Papa Francesco per la pace in Medio Oriente. In Vaticano, a pregare insieme ai cattolici, ci saranno diversi esponenti del mondo arabo e musulmano. Oltre alle mani incrociate che recitano il rosario, nella piazza potrebbero spuntare tappeti arabi per le preghiere ad Allah. E dai territori in Terra Santa, i palestinesi hanno annunciato che si uniranno alla veglia a distanza. Le misure di sicurezza che scatteranno saranno adeguate all'evento. I dispositivi saranno simili a quelli utilizzati ogni mercoledi' in occasione dell'udienza del papa, ma saranno potenziati. Tutto sara' rimodulato in base ai numeri in piazza domani. Diverse ore prima sono previste bonifiche, durante le quali le forze dell'ordine saranno impegnate con controlli capillari in strada fino all'apertura di tombini e altri luoghi contro qualsiasi rischio. Resteranno costantemente attivi i portali metal detector, oltre ai dispositivi di controllo utilizzati anche "a mano'. ...
(Sky Tg24)
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