Obama-Rouhani...un dialogo tattico...

L’inatteso colloquio telefonico tra Barack Obama e il presidente iraniano Hassan Rouhani, in partenza per Teheran appena lasciato il Palazzo di Vetro dell’Onu di Nuova York, resta motivo di analisi e interpretazioni le più disparate nelle cancellerie di mezzo mondo.
Se da una parte è evidente la positività di uno scambio di idee tra le leadership degli Usa e dell’Iran, dopo trent’anni di silenzio, dall’altra resta il sospetto che il virtuale ammorbidimento dei toni di Washington possa nascondere una volontà di allentare – se non dividere – il fronte avversario nel Vicino Oriente oggi saldamente su posizioni di difesa (in Iran, appunto, come in Libano e in Siria, con il sostegno della Russia e degli altri Paesi emergenti del cartello BRIC).
Venerdì pomeriggio, dalla Casa Bianca, comunque, lo stesso Obama aveva definito l’approccio con Rouhani come un’apertura alla discussione sugli “sforzi in atto per trovare un’intesa sul programma nucleare iraniano”, da lasciare poi alla responsabilità dei rispettivi capi delle due diplomazie, per gli Usa il segretario di Stato John Kerry.
Come è noto l’Iran sta sviluppando – ora autonomamente con la costruzione di centrali nucleari per uso civile, una programmazione tecnologica che risale fin ai tempi dell’antica joint-venture con Italia e Francia, la produzione di energia elettrica. Programma questo contestato dalle potenze nucleari occidentali – dagli Usa all’Uk alla Francia postgollista – come foriero di possibile produzione anche di armamenti nucleari. Una motivazione pretestuosa (non di certo utilizzata dall’Occidente per bloccare gli armamenti atomici di Israele, o Pakistan o India) servita per imporre un forte embargo economico e  commerciale all’Iran.
Dopo il disgelo di questo venerdì, lo stesso presidente iraniano Rouhani, comunque, ha dichiarato di essere ottimista in una “soluzione del contenzioso”, ipotizzando un fruttuoso evolversi del negoziato già fin dalla prossima riunione dei “P5+1”.
Non a caso, però, questa apertura di credito verso l’Iran è stata accompagnata da un esplicito riferimento di Obama non solo alla possibilità dello sviluppo delle relazioni con l’Iran, ma anche al “progresso” da compiere nelle valutazioni “di altre situazione come la Siria”.
(Rinascita)

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