25 minuti...

di Anwar Safi
Venticinque minuti. Il tempo giusto perché la gente di Damasco avverta i parenti e gli amici di Aleppo dell’ imminente arrivo di sua Maestà, la morte. Nella capitale hanno appena visto il lancio di un missile balistico Scud, che prende quota in verticale prima di viaggiare a 850 km/ora verso le sue vittime, ancora ignare della fine che le aspetta. Venticinque minuti, giusto il tempo perché la gente di Aleppo trovi rifugio prima che il missile semini distruzione, sangue e macerie che impediranno il salvataggio di chi sopravviverà.
Vicini alla morte preannunciata, tutti si sentono vicini a Dio, pregando e supplicando affichè lo Scud non colpisca loro. Anche gli atei avvertono per la prima volta la presenza del Allah, Il Dio dei credenti. Lì c’è una madre che cerca di avvolgere i suoi tre bambini proteggendoli. L’inviato speciale di guerra di una “News Channel” chiede a un padre e una madre nel rifugio “come vi sentite?”. “Vuoi che ti raccontiamo la paura dei nostri bambini oppure la nostra rabbia non potendo fare niente tranne che aspettare la nostra fine annunciata dal suono terribile del missile” risponde il padre con una lacrima scappata che scorre veloce non dandogli il tempo di asciugarla con la mano ruvida. “Non vi è differenza tra il fuoco di un cecchino, il colpo di mortaio e lo Scud. Si tratta di morte. Morte. Solamente morte” grida un altro.
La clessidra del missile non ha più sabbia. Il missile colpisce a poche centinaia di metri. Tutti piangono. I bambini, traumatizzati dal terribile suono del missile e dalle esplosioni, sono ancora sotto choc, guardano impauriti i genitori accanto, che a loro volta ringraziamo Dio che li ha protetti, mentre invocano misericordia per chi li ha lasciati. “Speriamo che non ne abbia uccisi tanti” mormorano tutti fra di loro.
Attimi di rabbia che portano via quelli di paura. Molti sono i mezzi con cui la morte mira le sue innocenti vittime. Venticinque mesi di rivolta che la gente scappa dalla morte da quando la pacifica rivoluzione siriana è cominciata, oramai non più pacifica, oramai con oltre centocinquanta mila morti tra gente inerme, rivoltosi e soldati del regime, senza contare i bambini deceduti per malattia e freddo nei campi profughi. La morte non ha ancora abbastanza della Siria. Purtroppo ora ci si mettono, come se non bastasse, anche gli Scud di Assad comprati con le tasse che pagava la sua povera gente...
(La Grande testata)

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