Siria: Unesco, 'sei siti patrimonio umanita' a rischio' Tra questi, Aleppo e Crac de Chevaliers. Allarme per salvarli...
(di Virginia Di Marco). (ANSAmed) - ROMA - ''Un grido d'allarme rivolto alla comunita' internazionale''. Mentre la guerra civile in Siria continua a infuriare, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (Unesco) suona con forza il campanello del pericolo. Il Comitato per il patrimonio mondiale, riunito in questi giorni a Phnom Penh (Cambogia) ha inserito nella lista dei patrimoni a rischio sei siti archeologici siriani. Il comunicato diffuso oggi parla chiaro: rischiano di subire danni irreversibili la citta' vecchia di Damasco e quella di Bosra, Palmira, Aleppo, il castello crociato di Crac dei cavalieri e quello del Saladino, e decine di antichi villaggi, raggruppati in parchi, nel nord del Paese. Vale a dire tutti i siti siriani individuati come patrimonio dell'umanita'.
''Il nostro - dichiara ad ANSAmed Susan Willians, responsabile delle comunicazioni esterne dell'Unesco - e' un grido d'allarme rivolto alla comunita' internazionale, affinche' impieghi tutti i mezzi necessari per proteggere questi luoghi straordinari''.
La lista dei 'patrimoni mondiali in pericolo' esiste proprio per questo: ''Serve per informare la comunita' internazionale delle minacce che richiano di cancellare le caratteristiche uniche per cui un certo luogo e' stato prescelto come patrimonio dell'umanita'''. Se l'iscrizione dei siti siriani nella lista di quelli in pericolo e' decisione di oggi, gli appelli dell'Unesco affinche' l'eredita' archeologica siriana venga preservata non sono invece una novita'. E' almeno dal marzo 2012 che, circa ogni due mesi, l'organizzazione deplora ufficialmente i danni e la distruzione che il conflitto senza quartiere tra i fedeli del regime di Bashar Assad e i ribelli hanno arrecato a luoghi come Aleppo, Palmira, Crac dei cavalieri. Nel luglio scorso, per esempio, l'organizzazione ha dichiarato di essere ''particolarmente preoccupata'' per il rischio di ''saccheggio e traffico'' di beni culturali, al punto da avere allertato l'Interpol, l'Organizzazione mondiale delle dogane (Wco), i Paesi confinanti con la Siria e Kofi Annan, invitando tutti a vegliare attentamente sul rispetto delle convenzioni internazionali che proteggono i beni culturali. Un mese dopo, il presidente del Comitato per il patrimonio mondiale lanciava un appello accorato: ''Aleppo deve essere salvata''. Ma nessuno, finora, sembra averlo raccolto. (ANSAmed).
''Il nostro - dichiara ad ANSAmed Susan Willians, responsabile delle comunicazioni esterne dell'Unesco - e' un grido d'allarme rivolto alla comunita' internazionale, affinche' impieghi tutti i mezzi necessari per proteggere questi luoghi straordinari''.
La lista dei 'patrimoni mondiali in pericolo' esiste proprio per questo: ''Serve per informare la comunita' internazionale delle minacce che richiano di cancellare le caratteristiche uniche per cui un certo luogo e' stato prescelto come patrimonio dell'umanita'''. Se l'iscrizione dei siti siriani nella lista di quelli in pericolo e' decisione di oggi, gli appelli dell'Unesco affinche' l'eredita' archeologica siriana venga preservata non sono invece una novita'. E' almeno dal marzo 2012 che, circa ogni due mesi, l'organizzazione deplora ufficialmente i danni e la distruzione che il conflitto senza quartiere tra i fedeli del regime di Bashar Assad e i ribelli hanno arrecato a luoghi come Aleppo, Palmira, Crac dei cavalieri. Nel luglio scorso, per esempio, l'organizzazione ha dichiarato di essere ''particolarmente preoccupata'' per il rischio di ''saccheggio e traffico'' di beni culturali, al punto da avere allertato l'Interpol, l'Organizzazione mondiale delle dogane (Wco), i Paesi confinanti con la Siria e Kofi Annan, invitando tutti a vegliare attentamente sul rispetto delle convenzioni internazionali che proteggono i beni culturali. Un mese dopo, il presidente del Comitato per il patrimonio mondiale lanciava un appello accorato: ''Aleppo deve essere salvata''. Ma nessuno, finora, sembra averlo raccolto. (ANSAmed).
Commenti