Siria, ucciso un sacerdote cattolico...



Padre François Murad, 49 anni, sarebbe stato assassinato da fondamentalisti islamici. Si era trasferito da Aleppo per aiutare i francescani

MARCO TOSATTI E ANDREA AVVEDUTO

Un sacerdote latino, Francois Murad, di 49 anni, di Aleppo, che da lì si era trasferito  in una delle missioni dei frati francescani nella zona nord della Siria è stato ucciso ieri a opera dei miliziani di Jabhat al-Nusra, i ribelli islamici fondamentalisti. Padre François Mourad è stato ucciso ieri a Ghassanieh, nella valle dell’Oronte, in Siria. Padre François si era trasferito nella zona da Aleppo, per aiutare i frati francescani nel lavoro pastorale e nell’assistenza ai profughi.  

Secondo fonti siriane locali i miliziani avrebbero ucciso padre Murad prima di saccheggiare il monastero di San Simeone lo Stilita, e di dargli fuoco. E’ da rimarcare che Ghassanieyh non è in una zona di scontri fra i ribelli islamici e l’esercito regolare siriano; in teoria si troverebbe sotto il controllo, nominale, dell’opposizione al governo di Damasco. Ma è evidente quanto le milizie islamiche, finanziate da Arabia saudita, Qatar e al-Qaeda sfuggano a qualsiasi controllo. Rimangono ancora poco chiare le circostanze del decesso. Una versione riferisce di una pallottola che sarebbe entrata nel convento e avrebbe colpito il sacerdote, mentre secondo altre fonti l’omicidio sarebbe avvenuto durante un saccheggio dei rivoluzionari.  Oggi nel convento non è rimasto più nulla. 

 “Veniva spesso in convento – si apprende dai frati minori – e sostituiva i frati in caso di assenza”.

Terrasanta.net scrive che la salma del religioso è stata recuperata dai frati della Custodia del vicino villaggio di Knayeh, dove oggi si è svolgerà il funerale della vittima. Anche le Suore del Rosario che si trovavano a Ghassanieh hanno lasciato per motivi di sicurezza il loro convento.

Scrive Terrasanta.net: “Di padre François Mourad, fondatore di una nuova congregazione siro-cattolica che si ispirava alla spiritualità di San Simeone lo Stilita, aveva parlato tempo fa la rivista Terrasanta. Siriano della provincia di Lattakia, saio grigio, modi gentili, padre François prima di ottenere dal vescovo siro-cattolico il permesso per dare vita alla nuova fraternità, era stato prima trappista a Latroun (Israele) e poi francescano”.


Aveva dato vita ad un piccolo monastero ad Hwar, poco fuori Aleppo, dove viveva con alcuni novizie e postulanti: “Il carisma di San Simeone è il carisma della presenza, della contemplazione, dell’essenzialità e dell’ascolto – raccontava in un’intervista –. Cerchiamo di vivere in questo modo, in semplicità, condividendo quello che abbiamo con le famiglie del nostro villaggio, per la gran parte musulmane, mostrando nella quotidianità il volto di Cristo. È un dialogo delle piccole cose che crediamo possa portare grandi frutti”.


Padre François aveva lasciato la sua casa di Aleppo e lavorava al fianco dei francescani, con i quali coltivava stretti legami spirituali. A Ghassanieh viveva nelle ultime settimane insieme ad un frate francescano della Custodia di Terra Santa, e cercava di portare sollievo alle persone sfollate o in difficoltà a causa della guerra.

“La nostra missione - dice un frate residente nell’Oronte - è di essere dei pazzi di Dio che continuano a portare la speranza a tutti coloro che pensano che non c’è più un futuro, che non c’è più né speranza né carità.”


Nella lettera che padre Halim, responsabile della regione s. Paolo ha inviato ai confratelli di Gerusalemme, viene lanciato un appello all'occidente perché non sostenga  i rivoluzionari anti-Assad. “Vorrei che tutti lo sappiano”, scrive, i cosiddetti ribelli appoggiano gli estremisti religiosi responsabili di diversi attacchi contro la minoranza cristiana....
(La Stampa.it)
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